Destinazione uomo. Amore a quattro dimensioni
Osserviamolo muovere i suoi passi incerti nella solitudine di un mondo morto, chiedersi il
motivo stesso della sua esistenza, mentre si trova di fronte agli imprevisti e spaventosi
problemi della ricostruzione dopo una guerra, scontrarsi con l’amara consapevolezza di un
amore senza speranza. Non è forse sempre questo che l’uomo ha fatto e che continuerà a
fare? Ed allora guardiamolo con occhio benevolo e cerchiamo di comprenderlo, di
associarci alla sua ricerca senza fine, perché in fondo siamo noi stessi che ci muoviamo e
respiriamo in queste pagine. Noi, le creature piene di incognite e di speranze senza nome
che conducono sulle loro spalle il peso di un intero mondo e, chissà?, forse un giorno di un
intero universo. Quello che intendevamo fare lo abbiamo detto: mostrare, per ora da uno
spiraglio, che la SF italiana esiste e che qualcosa è capace di fare, qualche cosa che non
sia la trita e ritrita scopiazzatura dei soliti “classici” stranieri. Il nostro è un tentativo, la
prima pagina di un discorso che può essere continuato con una certa regolarità
migliorandone ogni volta il testo. Ma per fare questo abbiamo bisogno dell’aiuto dei lettori.
Ci occorre sapere il loro pensiero per poter così eventualmente rimediare agli errori che
possono essere stati compiuti; conoscere il loro giudizio per poter riuscire meglio e con
maggiore soddisfazione per tutti, in occasione delle prossime antologie. Perciò scriveteci e
fateci sapere i vostri giudizi sull’intero fascicolo e sui singoli racconti, aggiungendo
critiche ed eventuali suggerimenti: vi risponderemo, siatene certi, e cercheremo di
accontentarvi.

Amore a quattro dimensioni
Amore a quattro dimensioni: un titolo obiettivamente problematico, date le particolari
angolature e le diverse posizioni di partenza degli autori dei racconti. “Amore” tra
virgolette, dunque, inteso in senso estremamente lato. Amore anche del tutto differente,
visto dai diversi autori da dietro la lente deformante (positiva e o negativa) della
science-fiction pura, della fantasia, dell’orrore, dell’heroic fantasy; cioè di tutti quegli
aspetti della narrativa diversa per la cui affermazione ci battiamo ormai da anni. Un
fantamore non rigoroso e ortodosso, insomma, ma il più possibile aperto ad ogni
formulazione personale. Il lettore troverà nell’antologia una pura estrapolazione
tecnologico-spaziale in cui l’elemento sesso appare predominante (AU.R.A., del redivivo
Renato Pestriniero); un bell’esempio di mitica heroic fantasy, genere poco diffuso in Italia,
in La notte della sconfitta di Massimo Pandolfi; una notturna vicenda fantastica con una
misteriosa “lei” dovuta alla penna di Gianfranco de Turris (Sulla spiaggia); mentre tre
diversi spaccati della società futura offrono Cesare Falessi, Mauro Gallis e Remo Guerrini:
l’esponente della vecchia guardia fantascientifica italiana con una storia dolente e sentita
basata sul rapporto di una coppia assai particolare di coniugi (La verità del pilota
spaziale); il secondo, in Cerimonia nuziale, con un voluto grottesco che porta agli estremi
limiti l’attuale guerra dei sessi (dei tre sessi, naturalmente...); il terzo, in Carnevale, con
la descrizione dei costumi e delle mode di un folle e pirotecnico mondo a venire. Orrore
allo stato puro troveranno invece i lettori in Amore a prima vista di Luigi de Pascalis che,
mettendo mano all’immenso materiale della magia nera e della necromanzia, ci descrive
un’allucinante storia d’amore; mentre Mauro Antonio Miglieruolo, in Ideale, ci prospetta
una sogghignante ipotesi sui futuri sistemi di seduzione. Gianni Montanari ci offre un
ritratto inquietante e pericolosamente reale d’una situazione umana e politica a venire,
condotta alla catastrofe dall’apparizione d’un’enigmatica creatura femminile (Fenice, i tuoi
occhi di cristallo?). Sul rapporto ossessivo odio-amore fra il protagonista e suo padre
(vivo? morto?) è imperniato L’esplosione del Minotauro di Vittorio Curtoni che, con questo
racconto, tenta d’introdurre nella narrativa di science-fiction italiana la tecnica dell’école
du regard francese com’è stata riproposta nella sf da Brian Aldiss e la teoria dello spazio
interno di Ballard; mentre un particolare amore extraterrestre sta alla base della passione
non umana che il protagonista de Il rumore del mare di Gabriella Scialdone porta per il
pianeta Terra. Un cenno particolare, infine, per Dove muore l’astragalo di Livio Horrakh:
pur non trattandosi, da nessun punto di vista, di un racconto di fantamore, abbiamo
voluto ugualmente includerlo per la sua eccezionale bellezza. E siamo certi che i lettori ce
ne ringrazieranno. Come si sarà visto Amore a quattro dimensioni contiene delle conferme
(Curtoni, de Pascalis, de Turris, Miglieruolo, Montanari, Pandolfi), dei recuperi della
vecchia guardia (Falessi. Pestriniero), della nuora guardia (Gallis, Horrakh, Remo Guerrini),
e un’esordiente (Gabriella Scialdone, già comparsa peraltro sulle pagine di Accademia).
Vogliamo sperare che questo tentativo di raccogliere in un’unica antologia esponenti di
diversi momenti della fantascienza italiana serva come incentivo ed implicito invito a tutti
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