Destinazione uomo. Amore a quattro dimensioni |
Destinazione uomo |
Siamo finalmente arrivati al giorno in cui l’umanità, per due volte, ha posato la sua |
impronta su un altro corpo celeste, la Luna. Questa impresa ha dei significati enormi sotto |
qualsiasi punto di vista: da quello puramente tecnologico a quello filosofico. Abbiamo |
tagliato il cordone ombelicale che da milioni di anni ci legava alla Terra, e abbiamo visto un |
altro orizzonte. Nella parabola che si è iniziata con il volo di Icaro questo è uno dei punti |
più alti; e il sapere che tutto questo è successo, che è successo sotto i nostri occhi, ci |
riempie di orgoglio e di gioia. Noi che scriviamo ci siamo sentiti prendere dalla commozione, |
la notte del 21 luglio 1969; e non dubitiamo che lo stesso sia accaduto a tutti gli amici |
che ci stanno leggendo. Con tutto ciò, siamo costretti ad ammettere che per molte |
persone l’impresa non ha avuto alcun significato: è stata forse solo un’ulteriore tappa, |
deleteria come tutte le altre, del braccio di ferro tecnologico fra le grandi potenze. O un |
fatto completamente banale, e quasi casuale. Troppi uomini non sanno vedere al di là del |
proprio interesse personale, e si rifiutano di prendere in considerazione qualsiasi altra |
cosa. Ma per chi, come voi e noi, s’interessa di science-fiction da anni la conquista della |
Luna è la concretizzazione di un sogno covato a lungo, la realizzazione di fantasie spesso |
accolte in passato solo dal riso. Osiamo dire che ogni lettore di SF è un individuo del |
futuro, perché crede nelle potenzialità dell’uomo e comprende meglio di tanti altri il posto |
che gli è assegnato nel destino dell’Universo. Forse le nostre sembreranno ad alcuni parole |
retoriche, ma non lo sono assolutamente. Nei giorni “caldi” dell’impresa spaziale abbiamo |
sentito noti intellettuali proclamare che la fantascienza è morta; che ormai essa è ridotta |
a fatto di cronaca, e non possiede più alcuna idea nuova da esprimere. Niente di più |
sbagliato. La SF, semmai, è rinata; ed è oggi più vitale che mai. A parte l’ovvia |
considerazione che nessuno ci potrà più accusare di essere dei folli visionari, sul piano |
concreto si sono avvertiti dei benefici immediati. Si è risvegliato nel grosso pubblico un |
interesse per la nostra materia, causato da una specie di shock provato a contatto con la |
realtà tangibile di un fatto ritenuto fino a ieri impossibile; è nato il desiderio di scoprire |
cosa scrivono quegli spiriti balzani che nella SF si sono specializzati. Tutte le novità che la |
nostra Casa Editrice presenta quest’anno (Galassia due volte al mese, ripresa dell’SFBC e |
del suo Bollettino) sono possibili anche grazie a questo rinnovo d’interesse. E questa |
antologia, dedicata alle “tendenze della fantascienza italiana” è il primo risultato del lavoro |
sotterraneo che si va preparando da molti mesi. Perché un’antologia della SF italiana? |
Prima di rispondere alla domanda ci pare opportuno dare una breve occhiata panoramica |
alla situazione generale della fantascienza nel nostro Paese, situazione che non è |
obiettivamente delle più fonde, almeno sino a questo momento. Anche ad un profano |
appare evidente un fatto: mentre l’editoria non specializzata mostra un crescente |
interesse per la SF, quella specializzata sembra attraversare un momento di crisi. Editori di |
grosso nome sfornano a ritmo continuo volumi che, se non sono rigorosamente |
fantascientifici, hanno almeno un sottofondo fantastico, ottenendo spesso vasti consensi |
di pubblico (ricordiamo, tra le ultime cose più ortodosse uscite, l’antologia di Simak Gli |
extraterrestri presso Bompiani; Odissea nello spazio di Clarke presso Longanesi; un |
romanzo di fantapolitica, Scomparso, di Knebel presso Dall’Oglio; Andromeda, di Crichton, |
presso Garzanti; Michelle, una notte, di Sternberg, presso De Carlo; e questo solo negli |
ultimissimi mesi, proprio in corrispondenza dell’impresa spaziale). Evidentemente, dopo anni |
di stasi, l’editoria ha scoperto la science-fiction e la propone al pubblico mettendola sullo |
stesso livello della narrativa cosiddetta mainstream (il che, ribadiamolo, è giusto e |
doveroso); ma ciò significa anche che i lettori rispondono, che esiste un mercato per |
queste opere, altrimenti tale fenomeno non si sarebbe verificato. Cos’è successo invece |
alle riviste specializzate? Molte sono scomparse (e alcune d’esse, come Cosmo, avevano |
un lavoro di anni alle spalle) e il mercato si è spaventosamente ristretto. Praticamente, |
oggi come oggi, oltre a Galassia restano in circolazione: Urania (che conduce peraltro una |
assurda politica di scelte, alternando opere generalmente di basso livello a ristampe |
troppo frequenti e qualitativamente ingiustificate), Oltre il Cielo, la cui vita è tormentata |
ma segnata da un indubbio coraggio, Nova e le altre collane della Libra Editrice, senz’altro |
di buon livello ma a diffusione troppo limitata. Ma da quest’anno riprende anche l’SFBC, |
sorretto dalle stesse idee che segnarono il suo primo ciclo, con un Bollettino d’una |
ricchezza straordinaria. Perché questa crisi? La nostra opinione, ribadita anche |
nell’editoriale del primo numero del Bollettino dell’SFBC, è che si sia trattato di un fatto di |
rinnovamento nel pubblico. Molti dei “vecchi” lettori si sono stancati e di conseguenza |
allontanati; e solo in un arco di tempo abbastanza lungo si è verificato il necessario |