La Principessa delle rose
raggiunge Saint-Jauffré per trovare con lui il modo di fermare la guerra. Al pericolo della
guerra si intanto aggiunto anche quello della presenza di una meteora rovente che si avvicina

alla terra e che causa tempeste e alluvioni.
Mentre Robert e Saint-Jauffré fanno piani di guerra, le flotte però si stanno già scontrando al
di sopra di Costantinopoli, città pienamente europea, e i nuovi aerei degli orientali
distruggono i lenti dirigibili occidentali e in breve si impadroniscono delle principali città
europee, da cui la gente fugge terrorizzata.
Robert suggerisce a Saint-Jauffré di recarsi all'Isola dei Ciclopi, ora pressoché indifesa, per
salvare Velleda e per cercare i piani a suo tempo rubati. Così fanno e riescono a realizare le
due invenzioni invano cercate da Rehim: il fulmine
elettrico e il "miraggio", che con un gioco di riflessi permette a una nave di non farsi scoprire
dal nemico. Saint-Jauffré affida i piani ad alcuni soldati incaricati di portarli in America, che
non
è ancora stata attaccata a causa degli uragani che rendono invalicabili gli oceani. In breve
tempo, l'America costruisce una grande flotta aerea e si porta sulla Francia per combattere
contro la forza aerea orientale, ma dopo avere ingaggiato
battaglia gli aerei delle due parti perdono improvvisamente tutta la loro energia e precipitano
a terra. È stata la meteora, che, avvicinatasi alla terra, ha assorbito tutto il fluido elettrico in
essa contenuto. Priva di elettricità, l'umanità, decimata dalle guerre e fagli uragani, riprende
lentamente a costruire una civiltà non più basata sull'energia elettrica. Tra i pochi che si
sono salvati dalla caduta degli aerei sono Vallea, Robert e Saint-Jauffré; Rehim, gravemente
ferito, muore dopo essersi rifiutato di ammettere davanti al fratello che la sua politica di
aggressione era una follia.
Nelle traduzioni (Inghilterra 1919) è presentato come un romanzo che seppe prevedere la
guerra mondiale (cfr la prefazione; nella ed. it. del 1930). Tuttavia non è una guerra tra
potenze europee, ma tra due coalizioni, una occidentale e
una orientale. La teoria scientifica secondo cui l'elettricità è una sorta di liquido si incontra
nella letteratura dell'epoca (cfr l'avventura del "teschio di Montezuma", nei fascicoli di Buffalo

Bill), ma l'autore non approfondisce la descrizione dei suoi usi; da qualche accenno
sembrerebbe che il suo impiego in agricoltura si riduca semplicemente a "versarla" nei campi;

forse come nelle applicazioni di basse correnti elettriche nella elettroterapia. Tra i pochi
particolari che compaiono c'è la precisazione che i dirigibili usano come gas più leggero
dell'aria l'idrogeno. Incerta la descrizione degli aeroplani, la cui struttura sembra a ponti
sovrapposti come nelle navi. Un intessante particolare riguarda il metallo impiegato (parte
2, cap. 13):
"Frattanto, con la stessa rapidità con cui nei secoli passati i popoli d'America avevano
costruito le loro grandi città, le repubbliche confederate seppero costruire una flotta
prodigiosa forte e veloce, armata di strani apparecchi di difesa, atta ad attraversare
rapidamente le più grandi distanze. Il metallo di sughero, assai più leggiero dell'alluminio,
composto di una miscela di magnesio, con piccole quantità di ferro e di alluminio e reso
neutro, con un bagno chimico speciale, all'azione del calore, servì alla costruzione."
Valla
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