Il sistema del benessere |
Qualche mese fa, Galassia presentò Un eroe galattico, il romanzo che rappresentava una |
svolta decisiva nell’attività di uno degli scrittori di science fiction più interessanti del |
momento, Harry Harrison: un autore di buoni romanzi tecnologico-avventurosi che |
diventava, con quel romanzo, un esponente di primo piano della grande science fiction |
impegnata. Questa occasione è altrettanto lieta: Il sistema del benessere segna la |
nascita, come romanziere di sf sociologica, di un giovane autore che aveva dato una |
prova discreta in alcuni romanzi esoterico-avventurosi, ma che già si era affermato |
soprattutto per i suoi racconti sociologici, scritti da solo o in collaborazione con un altro |
giovanissimo autore ed esperto di sicuro avvenire, Luigi Cozzi. E’ interessante ricordare |
che Ugo Malaguti si è segnalato alla nostra redazio n attraverso alcuni racconti mandati, |
anni or sono, ad Accademia: aveva già pubblicato qualcosa qua e là ma cercava, |
attraverso la vetrina aperta da Galaxy agli aspiranti autori, la possibilità di esprimersi e di |
affermarsi in modo più decisivo. I racconti che aveva inviato per Accademia erano |
imperfetti, risentivano di un eccessivo condizionamento alla fantascienz.a esoterica e |
archeologica di tipo commerciale deteriore, ma si sentiva che il quasi completamente |
sconosciuto lettore - autore bolognese possedeva capacità potenziali non facilmente |
valutabili ma senza dubbio grandi. Considerata la sua età, anche i suoi racconti |
avventurosi erano notevoli; ma si aveva l’impressione che quella che più gli era congeniale |
non fosse la solita strada della fantascienza dozzinale. C’erano, avvertibili, quasi i sintomi |
di un malcontento verso se stesso e il desiderio di fare qualcosa di diverso, qualcosa di |
più. Cominciai con il misterioso Malaguti — che ama conservare una totale invisibilità e si |
manifesta quasi esclusivamente in via epistolare — una burrascosa corrispondenza: non |
già perchè nel frattempo aveva pubblicamente stroncato un mio romanzo, per la cronaca I |
giorni di Uskad, che meritava abbondantemente la stroncatura, quanto perchè avevo |
l’impressione che Malaguti non si rendesse completamente conto delle sue enormi qualità |
potenziali e preferisse ancorarsi al facile successo spicciolo di racconti modesti invece di |
impegnarsi più faticosamente alla ricerca della sua vera strada. Dopo violenti litigi a colpi |
di chilometrici espressi, riuscii a fargli ammettere che la sua autentica passione era la |
science fiction sociologica; non scriveva racconti di quel genere, ammise, perchè nessuno |
glieli avrebbe pubblicati. Gli proposi di mandarmene qualcuno. Una volta ammessa di |
fronte a se stesso la realtà di questa vocazione verso la science fiction di idee, Malaguti |
progredì con una rapidità straordinaria; la sua congenialità con la polemica sociologica e |
spietata di Fred Pohl, con il rigore progressista di Phil Dick si rivelò subito in alcuni ottimi |
racconti: Toreador (che Umberto Eco giudicò seriamente promettente), Chi ha ucciso il |
pettirosso, Ministero Istruzione, Diritto di voto, Gelida notte: altri, anche migliori, verranno |
pubblicati in seguito. Poi Malaguti cominciò a mandarmi, un capitolo per volta, questo |
Sistema del Benessere, che già nella sua prima stesura suscitò l’interesse, l’approvazione |
e la soddisfatta sorpresa di tutti gli esperti cui lo feci leggere. La versione che appare |
oggi su Galassia è la terza stesura del romanzo: con una scrupolosità che è un sicuro |
segno di serietà professionale, Malaguti ha riscritto per tre volte il suo romanzo, fino a |
dargli una impostazione e uno svolgimento che soddisfacesse quasi completamente il suo |
spirito di autocritica addirittura eccessivo. C’è, da parte di una grande maggioranza di |
lettori, una certa diffidenza verso la fantascienza italiana, che talvolta si estende anche a |
critici autorevoli: recentemente Pietro Bianchi, su Il Giorno, recensendo una raccolta di |
racconti italiani di fantasia e di fantascienza, osservava che si era ancora lontani |
addirittura da Bradbury; e Vigorelli ha esposto solidamente una tesi non diversa dalle |
colonne di Tempo. Ma in realtà, vi sono autori italiani che sono sulla buona strada per |
conquistare una meritata reputazione internazionale. Per limitarci ai romanzi, basterebbe |
citare l’esempio dell’elegante e intelligente Il robot e il minotauro, di Roberto Vacca e del |
violento, fortissimo Il cavallo venduto, di Giorgio Scerbanenco per testimoniare della |
validità della science fiction italiana. E’ inteso che questa definizione « science fiction |
italiana » va accettata soltanto in senso indicativo, perchè è chiaro che un buon libro di |
science fiction è buono a qualsiasi nazionalità appartenga l’autore, un americano |
discendente dai Padri Pellegrini o, poniamo. un giovane scrittore del Ghana o della |
Mongolia Esterna, per indicare due paesi etnicamente e geograficamente lontanissimi dagli |
States. Per sua natura, la science fiction non ha confini nè limitazioni, al di fuori di quelli |
qualitativi impostile dagli autori. Questo romanzo di Malaguti è, nel suo genere, esemplare: |
violento e polemico e nuovo, tiene conto della grande lezione dei grandi maestri americani |
e inglesi senza per questo imitarli pedissequamente; si rifà — esasperandoli — a pericoli, |
superati e no, di una situazione politica e sociale tipicamente europea, senza per questo |