Racconti fantastici |
Al nome di Benito Pérez Galdós si associano nel nostro immaginario contemporaneo alcune |
tra le figure più emblematiche della letteratura realista ottocentesca: Fortunata, Giacinta, |
Doña Perfecta, e forse più di tutte Tristana, la donna cui Luis Buñuel ha dedicato nel |
1970 uno dei suoi film più belli, dandole le fattezze di Catherine Deneuve. Figure femminili, |
spesso, ma anche una galleria di nobili decaduti, borghesi senza fortuna e cittadini di |
quella Madrid fine Ottocento il cui affresco ha reso Galdós una sorta di cantore nazionale. |
Eppure, questo fondatore in terra iberica della letteratura realista che nella Francia del |
tempo sfoggiava autori come Balzac e Zola, ha scritto alcuni dei racconti più belli del |
genere fantastico. Racconti come "'fanciulli terribili', che senza saperlo filosofeggiano ed |
esprimono grandi verità con la candida audacia dei matti, che a loro volta altro non sono |
che adulti ritornati alla visione elementare ed embrionale dell'infanzia" - è questa, nelle |
parole dello stesso Galdós, la definizione di un genere letterario cui dedicò le poche perle |
qui presentate per la prima volta al pubblico italiano. Dalla penna di un maestro del |
realismo, ecco dunque dodici incursioni nel fantastico, in quella dimensione dell'inverosimile |
che comporta la rottura o la sospensione proprio di quelle leggi fisiche che danno forma al |
reale, sulle orme dei grandi che da Jacques Cazotte a Gerard de Nerval, da E.T.A. |
Hoffmann a Edgar Allan Poe, hanno scritto alcune delle pagine più intriganti della |
letteratura di ogni tempo. |
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