La collina dei conigli
Essi vivevano, sereni e sicuri, in quello che era il migliore dei mondi. Finché uno di loro non
ebbe un’atroce visione: una sciagura senza nome incombeva sulla terra dov’erano nati.
Per sfuggire alla catastrofe non c’era altro che abbandonare quei luoghi. Così ammonì il
profeta. E insieme a suo fratello ricorse all’Autorità, perché ordinasse un esodo in massa.
L’appello fu respinto in nome del buon senso comune. Eccoli dunque a un bivio:
l’obbedienza voleva dire la morte; la ribellione offriva una speranza di salvezza.., forse. I
due riescono a persuadere solo pochi compagni: una dozzina di animosi o disperati. E il
piccolo drappello si mette in cammino verso l’ignoto, nel cuore della notte, fra mille insidie,
dubbi, terrori.
Ha inizio così una moderna “anabasi”, una storia d’avventure e di lotta per la vita
«sorprendente, avvincentissima» (Sunday Times). Che questi ulissidi siano un branco di
conigli e che la loro odissea si svolga entro poche miglia quadrate di amene colline e
ubertose convalli nel Berkshire (Inghilterra meridionale) nulla toglie al va lore embiematico
e universale di una vicenda che « ci riguarda più o meno tuttin
I conigli, guidati dal loro capo Moscardo attraverso boscaglie e torrenti, campi e
brughiere, devono superare molti ostacoli e avversità (dal perpetuo agguato degli elil —
cioè dei Mille Nemici — alle seduzioni della vita-pacchia in una conigliera “stregata”...)
prima di giungere alla mèta intravista dal loro “profeta” Quintilio, in cima al Colle
Watership.
Adesso hanno una nuòva patria ma, senza femmine, sono condannati a estinguersi.
Bisogna rimettersi in viaggio. La necessità di assicurarsi una discendenza li porta al
conflitto con Efrafa, la formidabile conigliera retta a regime totalitario dal più forte e
temuto dei conigli: il Generale Vulneraria. Questi, sconfitto dall’astuzia dei conigli meno
Sbaraini