La ragazza invisibile
D’intonazione romantica, i racconti di Mary Shelley pubblicati su riviste tra il 1829 e il
1839, e poi raccolti in volume col titolo Tales and Stories nel 189l, sono in effetti vicini
agli inquietanti interrogativi che avevano generato il mito di Frankenstein. Come in questo
con la creazione artificiale del mostro, così in Il mortale immortale si compie un’altra
infrazione delle leggi della natura, quella della durata della vita umana. La ragazza invisibile
evoca, nel ritratto, il mistero dello specchio; Ferdinando Eboli, nella figura del sosia
usurpatore, l’enigma del “doppio”; mentre Eufrasia inscena, attraverso l’ambiguo affetto
del fratello per la sorella uccisa, l’attrazione della morte. I temi della narrazione sono
romantici: la ragazza ostacolata nel suo amore, il sacrificio della vita per la libertà; e
spesso lo sfondo è storico, come nella Morte di Despina le lotte tra Guelfi e Ghibellini. Ma
interviene a dare un’impronta personale l’invenzione fantastica che la scrittrice aveva
rivelato già a diciotto anni nel suo capolavoro.
Bonazzi