Nuovi racconti crudeli
Autori di culto per tutta una generazione di letterati, tra romanticismo e simbolismo,
considerato un Maestro da Mallarmè ed Huysmans, da Vertaine inserito nel numero eletto
dei maudits, e da Andrè Breton, nella Anthologie de l'humour noir, tra i precursori del
surrealismo, Villiers de l'Isle-Adam (1838-1889) è scrittore che ha ancora in Italia una
fortuna ampiamente inadeguata al suo valore. Forse perché reputato "scrittore per
scrittori", la sua opera rimane da noi in larga misura inedita, se non per due o tre titoli,
incredibilmente.
Questa raccolta curata da Enrico Badellino, Nouveaux contes cruels (1888), seguito ideale
di quei Contes cruels (1883), che avevano dato a Villiers la fama, si presenta qui per la
prima volta, integralmente, al lettore italiano. Comprende otto racconti brevi, misura nella
quale Villiers eccelse. Tra essi La posta in gioco e La tortura della speranza, celeberrimi
tra i racconti ‘neri’, furono ammirati da Borges come ‘capolavori del racconto breve’. Ma in
tutti poi - analisi sottili del sentimento amoroso come Le amiche del collegio, Sylvabel e
L'incompresa, satire sociali acutissime come L'amore per il naturale, di inquietante
attualità, o poetiche : storie di ispirazione religiosa come Suor Natalia e Il canto del gallo
- si awerte “l’incontestabile unghiata del genio” (Banville), la maestria di un narratore
‘gelido e sofisticato’, di assoluta modernità.
Bonazzi