Fra la morte e la vita. Racconto fantastico |
Aristocratico sdegnoso, poeta tra i più raffinati della sua generazione, autore di romanze |
celebri musicate da Pëtr Cajkovskij, di cui fu amico, Aleksej Apuchtin (1840-1893) si volse |
alla prosa soltanto nell’ultima parte della vita, componendo in rapida successione tre |
mirabili racconti lunghi, che Bulgakov stimò persino più belli dell’opera in versi: L’archivio |
della contessa D** (1891), Il diario di Pavlik Dol’skij (1892) e questo Fra la morte e la vita |
(1893), che si presenta qui per la prima volta al lettore italiano, nella versione curata da |
Caterina Maria Fiannacca. Ispirato a La mort d'Olivier Becaille di Emile Zola, che era |
apparso in quegli anni sulla rivista pietroburghese ‘Vestnik Evropy’, Fra la morte e la vita |
è, nella considerazione dell’autore. un ‘racconto fantastico’. Al suo protagonista, il |
principe Dmitrij Trubcevskij, accade di assistere, lucidamente consapevole, alla propria |
morte, appresa, ancora prima che sperimentata nei sensi, dalle parole del medico che la |
constata. Il corpo si fa inerte, gli occhi sono chiusi, ma lui continua a sentire le voci, a |
vedere i visi e le cose che lo circondano, la sua mente è vigile. la coscienza attenta. |
Mentre la memoria gli restituisce immagini di vite precedentemente vissute, squarci di |
misteriosi paesaggi, volti sconosciuti. Da questo stato limbico, sospeso tra la morte e la |
vita, specola insolita nella quale dura tuttavia l’interrogazione sull’oscuro senso delle cose |
e della storia, e vive l’angoscia, il principe uscirà quando, nel poeticissimo finale, si |
ridesteranno in lui inattesi sentimenti di partecipazione alla pena di tutti, ed una intenerita |
nostalgia della vita, e la coscienza tornerà ad incarnarsi in una diversa forma. Nella |
ricerca perenne di una primitiva verità, intuita e mai interamente posseduta. |
Bonazzi |