I popoli di Tolkien
Il Signore degli Anelli non è stato certo il primo romanzo a descrivere mondi e popoli
immaginari, ma di sicuro è stato il primo a fornirne un esempio compiuto con le sue oltre
milleduecento pagine. Per dare una parvenza di “realtà” alla fantasia è necessario
dettagliare, approfondire, precisare: quindi occorre avere uno spazio più che sufficiente.
La superficialità e l’approssimazione non aiutano di certo a entrare in un Mondo
Secondario che di per sé deve essere completo ed estremamente accurato, altrimenti non
funziona quell’“effetto straniamento” che prende, avvince e non ti lascia sino all’’ultima
pagina. Il libro che qui si presenta ricostruisce la genesi delle razze della Terra di Mezzo
attingendo ai libri principali di Tolkien, alla sua corrispondenza, e a quanto egli scrive in
alcune sillogi di materiale non utilizzato o scartato in cinquant’anni dal nostro professore,
mettendo ordine e — dato l’intrecciarsi fra loro delle storie di Elfi, Uomini, Nani, Hobbit e
anche Orchi — chiarendo così la storia stessa della Terra di Mezzo, i legami fra questi
popoli, le avventure dei personaggi più significativi, le innumerevoli guerre che hanno
caratterizzato i millenni dalla Prima alla Terza Era. In tal modo la vicenda di Il Signore degli
Anelli non darà ad alcuni l’impressione di galleggiare nel vuoto, in una specie di limbo
“storico”. Ne emerge così una vera e propria storia mitologica, che può essere messa alla
pari dei tanti annali che ci sono giunti dal passato, ma anche dei libri sacri che hanno
fondato l’Occidente e dei miti dell’Antica Europa che costituiscono — lo si voglia
ammettere o meno — il nostro substrato culturale.
Gianfranco de Turris
Bonazzi