Abrakadabra. Storia dell'avvenire
Mi propongo di esprimere in forma di romanzo la rotazione dell’universo morale e materiale.
Per comprendere questa rotazione degli elementi cosmici, bisogna conoscere il passato, il
presente e l’avvenire. Supponendo che i miei lettori sieno abbastanza versati nella storia
delle due prime epoche, io li condurrò arditamente negli spazii del futuro, percorrendo i
grandiosi avvenimenti che precedono e producono il sessantesimo cataclisma del globo
terrestre. (…)
Io non posso astenermi dal ripetere un avvertimento, che già fu premesso ai primi capitoli
di questa istoria pubblicati dal Pungolo. - Le persone di spirito debole, eccessivamente
impressionabili, di temperamento nervoso, si astengano da questa istoria. - Meno male se
l’autore impazzisse nello scriverla; ma troppo gli dorrebbe che altri impazzisse nel leggerla.
È una storia che mi ha costato delle lunghe e terribili veglie, che mi ha prodotto delle
allucinazioni, dei capogiri, dei sussulti di cuore, delle smanie che toccarono la follia.
Non lasciatevi allettare dal Prologo, perocché insensibilmente sarete condotti in un mondo
di figure fantastiche, di passioni ignorate ma inebbrianti, di aspirazioni che spaventano.
Assisterete alle atroci esperienze del dottor De-Filippi, sull’origine della favella umana, ai
miracoli di Mesmer che producono la effimera giovinezza di un giorno, alla risurrezione dei
corpi assiderati, alla creazione artificiale dell’uomo gigante, e da ultimo, all’agonia di tutta
l’umanità che si sprofonda nel cataclisma - e vedrete, sulla giovine superficie del globo
rinnovato, i tre superstiti della vostra specie riprendere da capo il moto rotatorio delle
idee.
Con queste premesse io mi tengo sgravato da ogni obbligo di coscienza. Se qualcuno, nel
leggere il mio romanzo, avesse a smarrire la bussola dell’intelletto - uomo avvertito.
Quanto a me, sono già preparato al sacrifizio.

A. Ghislanzoni

[dalla introduzione all’edizione parziale 1865 di Abracadabra, successivamente soppressa]
Bonazzi