Un sepolcro sulla Luna |
Questo romanzo si potrebbe chiamare "fuori serie" in tutti i sensi. L'autore, infatti, è un |
noto letterato, e le sue doti appaiono ben chiaramente nella stesura del racconto che |
presentiamo, di concezione grandiosa quanto esatta, sia nella vicenda, sia nella psicologia |
dei personaggi, che aderiscono perfettamente, in ogni azione, in ogni pensiero, ai due |
diversi mondi ai quali rispettivamente appartengono gli uni a Primitivia - le ultime regioni |
popolate della superficie della Terra dopo una terribile guerra atomica, - gli altri a |
Hypolitania - la immensa città-nazione scavata nelle viscere della Terra -. I due mondi si |
ignorano volutamente fino a che un'improvvisa anarchia dei vegetali, che soffocano le loro |
coltivazioni sintetiche, invadendole, non spinge gli uomini della città sotterranea a |
cercare aiuto presso i Primitiviani, per farsi indicare come combattere e contenere la |
prepotenza delle piante naturali. Lo spettacolo della massa di uomini deboli, senza capelli |
e senza denti, con le vene affioranti, incapaci di ingerire cibi che non siano sintetici e |
liquidi che, spinta dalla fame, esce alla superficie e viene falciata dai raggi solari, dai |
venti, dai cibi inadatti, dagli aculei della vegetazione, è grandioso, terribile e apocalittíco. |
E la figura dei protagonista, uno scienziato di Hypolitania, che potrebbe salvarsi e non |
vuole, soltanto per poter tramandare ai posteri la storia della civiltà del proprio popolo, è |
maestosa nella sua ostinazione e nella sua logica. La tesi dei romanzo è nella sintetica |
dichiarazione di uno scienziato di Primitivia, uno degli uomini che vivono secondo natura: |
"Nel vecchio mondo credevano che le macchine risparmiassero fatica: noi comprendiamo |
che |
le macchine divorano fatica! Noi lavoriamo tutto a mano, usando le macchine al minimo". |
Ma il loro "minimo" li porta a captare l'armonia universale: il canto, l'essenza di ogni cosa |
Tellini |