La prigioniera dell'inverno
Per molti, troppi anni, i monaci dell’abbazia di Saint-Thélème, sulla costa normanna, hanno
vissuto nel terrore di veder apparire all’orizzonte le vele dei Drakar vichinghi. Le innumerevoli
incursioni degli uomini del Nord hanno infatti lasciato cicatrici profonde nell’abbazia, e non
soltanto nel corpo e nello spirito degli uomini, ma anche nelle numerose statue di santi che
ornano la cappella. Ma adesso finalmente sembra tornata la pace, e l’incarico di riportare le
sacre effigi al loro antico splendore tocca a Marion, un’abilissima intagliatrice di pietra.
Eppure, in una nebbiosa mattina d’autunno, un’orda sanguinaria di vichinghi appare come dal
nulla, saccheggia l’abbazia, rapisce Marion e la conduce nelle gelide terre nordiche, non
prima, però, di aver chiuso le mani della giovane in due «guanti» di ferro. Ben presto Marion
scoprirà il perché di quel rapimento: i vichinghi — e soprattutto Rök, il loro capo — sono
convinti che soltanto lei sia capace di restaurare le statue di ghiaccio degli dei della tribù,
impedendo così che il disgelo e il vento ne alterino le fattezze e quindi che la sventura si
abbatta sul loro popolo. Tuttavia Marion dovrà prendersi cura delle statue a costo della sua
stessa vita:
qualsiasi danno inferto a esse le sarà infatti ricambiato in egual maniera... Col tempo, la
giovane si renderà conto che tutti la considerano davvero potente — al punto che il tocco
delle sue mani è considerato foriero di morte —‘ ma comprenderà pure che il suo arrivo in
quella landa desolata ha scatenato una folle ridda di ambizioni, gelosie, sospetti e interessi...
Cottogni