L'altrieri. Vita di Alberto Pisani
La riproposta dei due deliziosi libri di Dossi raccolti in questo volume vuole invitare il
lettore a scoprire un grande "eccentrico" dell'Ottocento italiano, che ci appare
significativo ed attuale per gusto, scontrosità, capacità di penetrare la letteratura
stravolgendola in un autoritratto per nulla sentimentale. I due libri li aveva già proposti
separatamente Italo Calvino nella collana "Centopagine" che dirigeva per Einaudi; ma Dossi
ha altri avalli illustri nella nostra cultura, Contini e Isella, che ha curato questa edizione,
fornendo un testo filologicamente sicuro,oltre a redigere una nota critica che situa i due
testi nell'attività di Dossi, e ricostruisce l'accoglienza che ebbero. Quali siano le radici del
lavoro di Dossi è detto con chiarezza in alcune sue lettere : "Per me, in generale
preferisco la lettura di un vocabolario a quella di un romanzo". E ancora: "L'arte non è la
natura. Essa, altrimenti, sarebbe una fredda, tediosa fotografia".Scrive Isella: "Nato come
scrittore agli inizi del verismo e della sua variante naturalistica, destinata a tanta
fortuna, persino un Dossi potrà essere scambiato, all'uscita della "Desinenza in A", per un
adepto della nuova scuola. Incredibile, se si pensa che ad un pasticheur della sua specie il
"fuori" è assolutamente estraneo, tutt'al più ne irrita la vena satirica; la punta sottile del
suo pennino, anziché perseguirne la migliore delle rese, ne deforma i tratti, li stravolge in
grottesco...La più grande delle gioie che "stanno accoccolate nel calamaio, nel calamaio
intendiamoci non dei copisti né dei ragionieri...ci accarezza quando noi riusciamo, dopo
molti sforzi, ad acchiappare qualche riottosa idea che sguizzaci per la fantasia e ad
imprigionarla sulla carta entro finissime maglie, oppure, quando, cerca cerca, noi
scopriamo alla fine nella immensa stipa dei vocaboli, quello, proprio quello che fa al caso
nostro, che ci traduce il pensiero, ci rotonda il periodo".
Virelli