Sepolto vivo! Quindici racconti dalle tenebre
Prima c'è stata Antigone. Poi Tisbe, e la Giulietta shakespeariana. I sepolti vivi. I morti
apparenti, quelli di cui i vivi non si accorgono, quelli che i vivi scambiano per morti veri.
Farne parte, incorrere in questo clamoroso errore di giudizio è uno dei peggiori incubi
umani. È anche uno dei temi letterari piu affascinanti, dalla mitologia in poi. Perché, al di
là dell'orrore che ispira, una simile condizione si presta a mille speculazioni, esprime mille
significati: dall'indagine psicologica di chi la subisce alla tradizione vampiresca (i non-morti
potrebbero essere dei vivi scampati alla tomba), dalla tumlazione come condanna per
crimini ritenuti inespiabili alla carica metaforica della morte apparente - che forse non è
peggio, o diversa, dalla vita apparente di chi spende l'esistenza in esilio, o nel buio di un
ufficio. Fra i tanti racconti esistenti su questo tema, Sepolto vivo! ne raggruppa quindici,
scritti da alcuni fra i maggiori autori degli ultimi duecento anni: non solo un maestro
dell'horror come Edgar Allan Poe, ma anche i grandi naturalisti francesi, da Zola a
Maupassant, e poi Kipling, Edith Warton. Il sogno del paranoico protagonista di Onuphrius
di Téophile Gauthier, l'agonia di Ohmlin in Rabbia impotente di Gustave Flaubert, il vampiro
di Una questione d'identità di Robert Bloch: tutti esempi di un'esperienza che nella sua
atrocità somiglia, come scrive Malcolm Skey nell'introduzione: Ğa quella di una farfalla
imprigionata in un barattolo, di una candela accesa (ma per quanto?) sotto una campana
di vetroğ.
Virelli