I demoni della notte |
A partire dal 1824 ogni mercoledì i giovani scrittori della scuola romantica (vi erano tra |
loro Hugo e Musset, Sainte-Beuve e Vigny, Lamartine e Dumas...) godettero l’ospitalità |
infinitamente delicata e discreta di Charles Nodier e della sua famiglia. Gli incontri |
avvenivano in un appartamento an- nesso alla Biblioteca dell’Arsenal, di cui Nodier era |
custode. Custode? La parola è certamente troppo debole. Tra i sudi libri Nodier sembrava |
vivere di vita riflessa. Lo attiravano le edizioni pre ziose, gli zibaldoni eruditi e digressivi (le |
Notti Attiche di Aulo Gellio i Saturnali di Macrobio...), |
le fiabe di Perrault, le Mille e una Notte, gli almanacchi popolari con storie di santi, di fate, |
di re e consigli per la cultura dei campi. |
Dei romanzi e dei racconti che di tanto in tanto uscivano con il suo nome Nodier non |
sembrava curarsi troppo, quasi amasse coltvare la glòria dei suoi amici più della propria; |
eppure, come ha scritto Pietro Citati, forse nessuno tra gli scrittori francesi dei tempo |
aveva avuto in sorte «una simile vivacità e rapidità di fantasia, una passione letteraria |
così ingegnosa e immnaginosa». Chi legga i racconti scelti per questo volume vedrà |
quanto ricca fosse la tastiera di Nodier, tutta nutrita di strane letture e di sogni (di incubi |
anche, come nel racconto Smarra il demone della notte e scoprirà un maestro del |
racconto tantastico, forse l’ultimo che abbia saputo riprodurre, nei meandri dello stile, gli |
incantevoli indugi e le sonnambule prolissità delle antiche narrazioni orali di meraviglia e |
Sbaraini |