La dama del giglio
Quando tre regine del fantasy - Andre Norton, Julian May e Marion Zimmer Bradley - decisero
di far convergere la loro straordinaria fantasia in un'unica vicenda, il risultato fu "Il Giglio
Nero", uno dei romanzi più celebrati del genere. Oggi, Marion Zimmer Bradley riprende quella
storia ben duecento anni dopo la sua conclusione e, con "La Dama del Giglio", ci fa seguire le
tracce di Haramis, la primogenita delle tre principesse ereditarie di Ruwenda, rinchiusa
nell'alta Torre di Orogastus - il malvagiuo stregone che è riuscita a sconfiggere - e da lì
impegnata nell'assolvere il compito di Arcimaga della Terra. Ormai però il suo tempo è venuto;
sogni cupi e presagi inquietanti le rivelano che è necessario eleggere qualcuno che continui
la sua opera. E la scelta cade sulla giovane principessa Mikayla che, ignara del proprio
destino, vive nella lontana cittadella di Ruwenda e trascorre gran parte del tempo in
avventurose spedizioni nelle Paludi insieme al caro amico Fiolon. Strappata alla sua vita
tranquilla, prigioniera della Torre, sottoposta a un difficile tirocinio da parte della scorbutica e
insensibile Arcimaga, Mikayla mal si adatta alla sua nuova condizione e, attraverso due
magiche sfere, continua a comunicare con Fiolon: neanche l'incantesimo di un'Arcimaga,
infatti, può spezzare il legame che unisce due individui dotati di poteri straordinari, tanto più
che tale legame si rivelerà decisivo per la sopravvivenza della Terra, messa in grave pericolo
da forme oscure che non si fermeranno davanti a nulla pur di dominare i pacifici Regni di
Ruwenda e Lorornok...
Come sempre, Marion Zimmer Bradley riesce a fondere amore, magia e mistero in una vicenda
che esalta le sue qualità di narratrice e vibra di un respiro nel contempo fantastico ed epico.
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