Le Avventure di Magnus Ridolph
A prima vista Magnus Ridolph, il protagonista di questi deliziosi racconti di Jack Vance,
non sembrerebbe affatto un eroe interstellare capace di debellare furfanti di ogni risma e
di risolvere intricati casi polizieschi: non è alto né muscoloso, la sua pelle non è diventata
bronzea per l’esposizione ai raggi dei molti soli che ha visitato. Colto, un po’ anzianotto,
elegante e raffinato nel parlare e nel vestire, amante della buona gastronomia, Magnus
Ridolph non ricorda nemmeno lontanamente, come figura, gli avventurieri intrepidi e
coriacei partoriti dalla fantasia di autori come Edmond Hamilton e Leigh Brackett, e
tantomeno eroi polizieschi duri e indomabili come il Philip Marlowe di Raymond Chandler. Se
proprio vogliamo trovargli un paragone adatto dobbiamo rivolgerci al Nero Wolfe di Rex
Stout e all’Hercule Poirot di Agatha Christie, e, meglio ancora, al classicissimo Sherlock
Holmes di Conan Doyle, per la sua flemma ed eleganza. Nemmeno il grande Arthur Conan
Doyle avrebbe potuto però rivaleggiare, in tema di immaginazione e amore per l’esotico e il
bizzarro, con Jack Vance, un autore che non ha eguali quando si tratta di inventare
creature e situazioni al di fuori dell’ordinario, come si può ben constatare da questo
gustosissimo ciclo di racconti, presentato completo per la prima volta in Italia
Tellini