Il bene e il male secondo Stephen King
I poteri telecinetici di Carrie, l'albergo maledetto di Shining, il morto che ritorna di Pet
Sematary, le forze diaboliche di Desperation. Che cosa si nasconde dietro le quattro
"parabole del male" che attraversano i capolavori più letti e amati dai seguaci del "re del
brivido"?
Un viaggio all’interno dei romanzi di King svela come le invenzioni più scabrose e
raccapriccianti altro non siano che un geniale travestimento letterario per porre
l’attenzione su temi di forte impatto sociale ed etico. Le turbe comportamentali della
gioventù americana. La crisi della famiglia postmoderna. L'interrogativo mai risolto
sull'esistenza dell'aldilà e sul senso della morte. L'abisso scavato nell'anima dall'eterna
lotta tra il bene e il male.
Ed è proprio la presenza del Male, in noi e intorno a noi, che invoca una spiegazione. King
non dà risposte, ma si limita a raccogliere frammenti di quegli orrori che si agitano
nell’immaginario collettivo, scheletri sepolti nelle celle della nostra mente, mostri di una
realtà che continuamente ci spiazza rispetto alla tranquilla normalità che desideriamo.
Il Male resta un mistero e sondarlo in ogni angolo più oscuro significa ascoltare le urla di
un'umanità che chiede di non aver più paura
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