Il mondo è posteggiato in discesa
In fuga dalla più reale delle tragedie, Stanko, disertore dalmata, viene catapultato nel piú
surreale dei mondi possibili: una Genova riconoscibilissima e assurdamente concreta.
Immune dalla tentazione di confrontare i mali italiani con i drammi bellici, Stanko si limita a
vivere con un'adesione animalesca i pazzi eventi che gli accadono. Abbraccia, volente o
nolente, i sogni degli altri come se fossero suoi. Il sogno di Lotorio, obeso ipovedente in
cerca di un enorme pendolo con cui autoipnotizzarsi. Il sogno di Spocchia, petulante
cagnetto a caccia di un padrone. Il sogno di Melina, extraterrestre tossica che ha bisogno
di una dose. Fra esilaranti barzellette su Tito e avventure fantascientifiche, si fa strada
una storia un po' matta, figlia dell'idea che mescolando i mondi, i toni e i pensieri lontani,
possa venirne fuori un precipitato dove gli opposti si illuminano a vicenda di una luce
sinistra e bella. Ironica, grottesca e caustica, questa storia ha la leggerezza e la verità
delle favole, dove i mondi, benché capovolti, si somigliano nell'orrore delle guerre, dei
fanatismi, delle ipocrisie e qualche volta nel bello della speranza.
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