K-PAX
In un ospedale psichiatrico americano non c'è da stupirsi che qualcuno sostenga di venire
da un altro pianeta, chiamato magari K-PAX. Ma, come presto si accorge il medico che
l'ha in cura, "trob" - così si fa chiamare il suo paziente - ha qualcosa che lo distingue dai
soliti casi clinici. Dice di venire da un mondo probabilmente migliore, senza guerre né
crimini (ma anche senza amore e passione), e dove tutti gli esseri viventi hanno uguale
dignità. E soprattutto esercita un influsso positivo sugli altri pazienti, che imparano a
vivere a patti con le proprie paure e angosce, forse perchè illusi dalla sua promessa di
portarli con sé su K-PAX. Ma il ritorno sul pianeta è già fissato per il 17 agosto, a due
mesi di distanza: e prima di quella data è necessario scavare nel passato di "trob", e
scoprire quale trauma sia all'origine delle sue invenzioni prima che si chiuda in un definitivo
silenzio autistico - o che prenda davvero il volo per gli spazi celesti.
Affascinante come un saggio di Oliver Sacks, e imprevedibile come un thriller, K-PAX è il
brillante esordio di uno scrittore che ha iniziato la sua carriera nella biologia molecolare, e
che come Kurt Vonnegut e Ken Kesey sa usare l'irriverenza e l'arte della metafora per
riflettere sul nostro mondo.
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