Storie di fondazione: Letteratura e nazione negli Stati Uniti post-rivoluzionari
Questo libro si occupa di come la cultura statunitense, nei decenni successivi alla
Rivoluzione del 1776, abbia affrontato il trauma della nascita della nazione. Sono anni in
cui, in maniera forse più lacerante di altri periodi, l'America pone al centro il problema della
definizione di sé, dei limiti di quell'utopia democratica a cui vorrebbe dar forma. In quegli
anni, dunque, è ancora più pressante il problema teorico e politico di come si acceda al
mondo desiderabile dell'americanità o su come se ne
rimanga esclusi. Su questo si interrogano i testi che plasmano il discorso culturale della
nazione, di fronte a una discontinuità duplice: la fine del dominio coloniale con la nascita
di un moderno Stato borghese, e quella interna di una nazione che sta istituzionalizzando
l'esclusione di una parte di sé (gli schiavi neri) dalla cittadinanza e dall'appartenenza al
genere umano.
Il tentativo di dar forma alla nazione è anche il tentativo di dar forma alla letteratura
scritta; la democrazia politica degli Stati Uniti d'America nasce e comincia a riflettere su di
sé contemporaneamente alla nascita della dimensione "di massa" della parola stampata.
Nei libri come nello Stato, il punto è chi definisce, chi è definito, e chi finisce fuori. Nella
lettura congiunta e parallela di autori e testi di saggistica (Jefferson, Paine, il Federalista),
autobiografia (Crèvecoeur, gli schiavi di origine africana come Equiano), poesia (i
Connecticut Wits, Freneau, Wheatley), teatro e
narrativa (Brockden Brown, Brackenridge, Tyler, Irving e il romanzo sentimentale di
Rowson e altre/i), si cerca di dar conto della complessità di quel momento storico e
culturale.

Salvatore Proietti è nato a Roma nel 1963, si è laureato alla 'Sapienza' e ha conseguito il
dottorato di ricerca (Roma 'La Sapienza'-IUO Napoli) e il Ph.D. (McGill University,
Montreal). In varie raccolte e in riviste (fra cui Science-Fiction Studies, Anglistica e
Ácoma) italiane, inglesi e nordamericane, ha pubblicato numerosi saggi di letteratura e
cultura statunitense, anglo-canadese e britannica, occupandosi di narrativa
utopico-fantascientifica (Bradbury, Delany, Dick, Gibson, Le Guin fra gli
altri) e degli anni successivi alla Rivoluzione americana, nonché di Eliot, Frye, Santayana,
Wolfe e altri autori.
Proietti