Il cuore di Shelley
Bedford Forrest Lockwood, democratico, è il nuovo presidente degli Stati Uniti. Sta per
prestare giuramento, quando il suo avversario, lo sconfitto Franklin Mallory, si presenta da
lui con prove innoppugnabili che le elezioni sono state truccate. Probabile che Lockwood
fosse sinceramente ignaro dei brogli commessi dai suoi uomini di fiducia; verosimile che sia
solo la pedina di un gioco molto più grande. Ma non è che l'inizio di uno dei più
sorprendenti thriller politici di questi anni.
"Nessuno conosce i segreti, gli intrighi e i sotterranei di Washington meglio di Charles
McCarry", ha scritto Paul Theroux. E leggendo Il cuore di Shelley si rischia di dimenticare,
spesso, che si tratta di un romanzo, e non di una profezia inquietante o di un pamphlet
satirico. Dove si scopre che anche negli Stati Uniti si agita lo spettro dello strapotere
della magistratura. Che dietro la facciata del politically correct si commettono i peggiori
crimini. Che il peggiore nemico degli Stati Uniti rischia di diventarne il presidente. E che
nulla si muove, a Washington, senza che lo sappia una fantomatica società segreta
intitolata al poeta libertario Percy Bysshe Shelley.
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