Giulia che mi sfugge
In fuga dal mondo, il giovane Andrea capita per caso in un Sacrario di guerra delle
Dolomiti. Vede le nubi, il tramonto, le lapidi, e in fondo le mucche; avverte lontano il
suono dei campanacci che esalta il silenzio, e decide di fermarsi. Ottiene il posto tranquillo
di guardiano del cimitero tedesco, un lavoro di poca fatica, che lascia il tempo per
meditare e la pazienza per decidere. Inizia così questo strano resoconto, come fosse un
romanzo classico di formazione, e in parte lo è. E infatti da quella pace la narrazione si
sposta tra i broker di una Hong Kong ancora per poco inglese, tra grattacieli di cristallo e
campi da golf. E uno stock- broker è appunto il protagonista, rampante e incosciente,
pronto a lanciare in tutto il Sud-Est asiatico flussi di denaro per via informatica, per poi
raggiungere la sera la moglie e i figli o l'amante. Tra questa immagine fotocolor di
professionista in carriera e l'altra in grisaglia di pellegrino, trascorrono vicende e catastrofi
che approdano con l'ultimo sussulto intellettuale nell'appartamento disadorno di Wim
Wenders, probabilmente a offrire la sua storia. Sua e di Giulia.
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