La spada in esilio |
Persino nell’esilio delle alte e isolate lande settentrionali dell’isola di Skerry, gli yrSkai |
osservavano la Festa di Imbolc che rappresentava la notte della rinascita. Vivaci ghirlande |
di fiori secchi rossi e dorati agghindavano le grigie mura di pietra della Grande Sala in cui |
Athelin, Principe di Skai in esilio, intratteneva il suo popolo. Un segnale appena percettibile |
balenò nel salone, e uno ad uno gli uomini e le donne che vi si erano radunati rimasero in |
silenzio, mentre un’aria di tranquilla attesa scendeva sulla sala. |
Un uomo seduto su uno sgabello solitario presso il fuoco, si alzò in piedi. Era Mioragh, da |
poco fuggito da Skai, sull’isola principale di Celi governata dai maedun, e da là si era |
recato a Skerry. |
– Io vi saluto, amici miei, in questa notte del Fuoco Rinnovato – cominciò, - e vi porto la |
memoria di ciò che avete perduto. L’isola di Celi è sempre stata il luogo in cui i fili della |
magia si intrecciavano nel tessuto della terra come note musicali nella sala di un grande |
signore. Molti anni or sono, gli Scuri Cavalieri maedun vennero alla nostra terra, da cui |
furono cacciati dal valore di un re e dalle arti di un mago, ottenendo la vittoria soltanto |
grazie al tradimento e ai sortilegi. |
Il Principe sbatté gli occhi per cacciare le lacrime che vi si erano formate quando l’uomo |
aveva accennato alla sconfitta della schiera dei celae e alla morte di Re Tiernyn. Sangue |
e tradimento, ma anche un tenue filo di speranza. Le spade dei Wyfydd erano nascoste, |
in attesa di un nuovo re e di un nuovo mago al servizio della causa di Celi che, un giorno, |
sarebbe tornata libera. |
– Ma ora io vedo una spada… – proseguì Mioragh, – no, due spade… ben nascoste e |
sorvegliate. Vedo un Re e il suo Mago. E vedo anche un Campione e un Bardo-Guerriero, |
un Kaith. Vedo le spade giustamente impugnate da loro… – Ebbe un fremito. – Vedo |
un’invasione e la guerra. Una guerra terrificante… |
Viviani |