Il codice dell'invasore
Basta un po’ di esperienza con i secondari, per capire subito che Grace non è come gli
altri: infatti, la ragazza possiede ricordi della Terra che non dovrebbe avere, perché la sua
educazione è stata rigidamente controllata dall’Istituto fin dall’inizio dell’ipergravidanza, e
visto che dopo l’Ultimo Messaggio dal Pianeta Madre non è giunto altro che il silenzio della
morte; ma alla dottoressa Jacobs è sufficiente lanciare uno sguardo dentro quegli occhi
arancioni... Senza parlare dell’assurda ossessione per la libertà e del categorico rifiuto di
svolgere il lavoro nelle miniere del satellite Io per il quale è stata creata; atteggiamenti
assolutamente fuori dell’ordinario per gli individui plasmati in serie dall’Istituto Europeo per
la Clonazione. Dal canto suo, neanche Willie sembra più lo stesso da quando Gordon Kemp
ha rischiato la vita rivolgendosi al peggior compotrafficante dell’Iceberg per sostituirgli
alcuni preziosissimi componenti elettronici difettosi. Infatti, non solo Willie recita adesso
come non aveva mai fatto prima, ma in lui affiorano manifestazioni mnemoniche incoerenti,
del tutto illogiche rispetto alla sua programmazione. Che cos’hanno dunque in comune
una secondaria per nulla malleabile come il suo DNA dovrebbe imporle, e un’intelligenza
artificiale addestrata ai sentimenti mediante il teatro di Shakespeare? Perché una strana
parola, Valhalla, frulla inspiegabilmente nel cervello di entrambi? E poi, sono una semplice
coincidenza le sconvolgenti affinità che i cadaveri rinvenuti tra i ghiacci di Europa hanno
con il Morbo, la non-malattia che evoca il terrore fra i sopravvissuti dopo la Catastrofe
che ha colpito la Terra oltre settant’anni prima? Tra i cristalli di boro rinvenuti su Callisto
in un giacimento che non potrebbe esistere c’è forse la chiave del mistero: un’incredibile
invasione di cui nessuno si era mai accorto…
Viviani