Wyst: Alastor 1716
L’Ammasso Galattico di Alastor, crogiuolo di popoli e civiltà, culture strane e bizzarre, è il
teatro delle avventure di molti romanzi scritti da Jack Vance negli ultimi anni. Dopo
Trullion: Alastor 2262 e Marune: Alastor 933 ecco Wyst: Alastor 1716, in cui Vance si
diverte a descrivere una nuova cultura, quella di Arrabus, capitale di Wyst, i cui cittadini
hanno tentato la difficile strada del socialismo utopistico: in questa metropoli milioni di
individui vivono in condizioni di uguaglianza assoluta, lavorando solo poche ore alla
settimana e conducendo una vita di piaceri e frivolezze.
Jantiff Ravenstoke è uno dei tanti turisti stranieri attirati da questo apparente paradiso,
un giovane artista irrequieto affascinato da questo sogno edonistico. Ma l’Utopia vera non
esiste, neppure su Wyst. Dietro la facciata allettante si nascondono gravi difetti, e
l’avvicinarsi del Festival per celebrare il centenario della fondazione di Arrabus coincide
con l’approssimarsi dell’inevitabile crisi socioeconomica. Il Connatic, il potente governatore
dell’Ammasso di Alastor, invitato ad apparire al Festival in occasione di un nuovo
programma per rivitalizzare la decadente economia di Arrabus, sembra al centro di un
misterioso complotto in cui viene a trovarsi invischiato lo stesso Jantiff Ravenstoke. E ben
presto quella che era iniziata come una favolosa vacanza di ozi e piaceri si trasformerà
per il giovane protagonista in un terribile incubo in cui verrà messa a repentaglio la sua
stessa vita.
Viviani