La morte di Megalopoli
Questo racconto non è semplicemente una storia fantastica. Gli avvenimenti drammatici e
violenti che portano alla caduta della nazione americana potrebbero forse verificarsi
davvero in un avvenire non troppo lontano. Infatti Roberto Vacca ha ispirato questo suo
romanzo – corto e impressionante – alla analisi dei pericoli incombenti sulle più grandi città
del mondo e sulle nazioni più progredite, che aveva gia documentato in un suo notissimo
saggio: il medioevo prossimo venturo. Tutti noi abbiamo cominciato a renderci conto –
dopo la crisi dell’energia, l’austerità, i crolli delle monete, il blocco delle poste e i guai che
affliggono i sistemi di trasporto e la circolazione automobilistica - che la previsione di un
prossimo medioevo avanzata tre anni fa da Roberto Vacca doveva essere considerata
come un urgente segnale di allarme. Gli uomini che in questo romanzo lavorano per
costruire il progresso e sono costretti, invece, a lottare per evitare una disfatta
inarrestabile, potremmo essere noi stessi. La storia e vista attraverso gli occhi di Ed
Barnes - ingegnere sistemista e tecnocrate pieno di risorse. Ed Bames ha costruito il
proprio successo su basi intellettuali e di competenza tecnica. Dovrà adattarsi
repentinamente a difendere la propria sopravvivenza con la forza fisica e con la violenza
più spietata. Nella giungla delle grandi città i pericoli più gravi non sono quelli premeditati
dai criminali. E più grave il pericolo di morire di disorganizzazione, che stiamo creandoci da
soli senza premeditazione. Lo scenario apocalittico della Morte di Megalopoli ci mostra
casa può attenderci alla fine della strada: se la nostra civiltà non cambia direzione, l’uomo
potrà di nuovo essere un lupo contro gli altri uomini.
Tellini