Il Robot e il Minotauro. Alta fantascienza
Alla sede romana del C.S.S.R., al tredicesimo chilometro della via Tiburtina, il professor
Mino Dauro ha fatto una sensazionale scoperta su se stesso: è riuscito a governare le
attività automatiche del suo cervello in modo da individuare circa cinquantamila organi
logici elementari e li ha "educati" a poter funzionare come circuiti di una calcolatrice
elettronica automatica.
Ma la sua realizzazione pratica, destinata a rivoluzionare la civiltà dell'uomo (e che perciò
è anche fonte di complicazioni internazionali) non ha tenuto conto di una eventualità; il
possibile inserimento "in circuito" dl una banale passione amorosa.
Questo "racconto lungo" di alta fantascienza, cosi ricco di componenti satiriche, si colloca
a pieno diritto in quel filone dal quale sono uscite le più suggestive pagine di Landolfi o di
Buzzati. Gli fanno cornice le Cronache perengane a suo tempo apparse sul "Mondo" ,
anch'esse librate fra l'ironia alla Voltaire sulle sorti dell'uomo e le finezze
umanistico-scientifiche di un Jorge Luis Borges.
"È un libro che si legge d'un fiato" ; ma certo, sotto la sua apparente naturalezza, il
lettore più scaltro vi troverà diletti più raffinati, nella continua allegria dei suoi divertenti e
inquietanti simboli elettronici.
Cottogni