Immagini |
Negli anni irrecuperabili in cui scopriamo i grandi libri, siamo senza difese dinanzi |
all'irresistibile forza della narrazione, che risucchia tutti i nostri cinque sensi. In prima linea |
è la fantasia visiva, che impone le proprie immagini all'immaginario: fin dalla prima lettura, |
vediamo in quel modo Ettore e Achille alla porta Scea, Renzo e don Abbondio nella |
canonica, Tonio Kröger a passeggio per Lubecca, Marcel nel giardino di Com-bray, con |
quei contorni, con quei colori e non altri. Poi scopriamo che sulla scia del libro, nel tempo, |
sono intervenuti i pittori e gli illustratori, che Armida e Ri-naldo sono finiti su un affresco di |
mano illustre, che l'Innominato è apparso in un'incisione color seppia, sempre variato nei |
tratti, in diverse edizioni dei Promessi Sposi. A volte ne siamo delusi: non è così che ce li |
eravamo figurati. |
Il caso di Tolkien è diverso. Difficile a descriversi è la forza di suggestione immaginativa |
che ha travolto negli ultimi quarant'anni generazioni di fedeli tolkieniani, ma i fantasmi, più |
veri della realtà, che si sono riversati nella nostra immaginazione dalle pagine del Signore |
degli Anelli, dello Hobbit, del Silmarillion, delle Avventure di Tom Bombadil, avevano già la |
loro forma visiva, nata contemporaneamente alla pagina narrata, e per mano dello stesso |
autore; a volte, l'immagine grafica o pittorica aveva addirittura preceduto il racconto |
scritto. Questo libro ne è la prova, poiché molte idee su come sviluppare la trama sono |
state indirizzate e aiutate a nascere proprio dagli abbozzi, dai disegni in bianco e nero, |
dagli acquerelli. Qui ne abbiamo la documentazione precisa, addirittura filologica. Ma |
questo libro è molto di più: è il più ampio repertorio di immagini tolkieniane finora apparso |
in pubblico, ed anche il più completo nel tratteggiare tutti i percorsi della fantasia |
pittorica di Tolkien. Le quarantotto tavole qui rappresentate (in realtà, le immagini sono |
assai di più, poiché alcune tavole sono raccolte di simboli, motivi ornamentali, varianti, e |
altre ci danno la possibilità di confrontare la versione in bianco e nero con quella a colori) |
raccolgono visioni dall'intero universo tolkieniano, dal Silmarillion al Signore degli Anel-li, |
dall'araldica degli stemmi elfici alle cartoline di Natale, dallo Hobbit ai saggi iconografici per |
concezioni rimaste narrativamente incompiute. Mai il lettore in lingua originale, e mai il |
lettore italiano che soltanto con questo libro può accedere per la prima volta a un registro |
di immagini così complesso e accurato, aveva potuto concentrare in un libro tante |
emozioni. Emozioni svariate, secondo una gamma di sfumature, poiché Tolkien pittore e |
illustratore è polivalente senza essere eclettico, sa collocarsi in diverse zone dello stile, |
dalla grazia naif a visioni che confinano con l'inquetu-dine visionaria di un Max Ernst. |
Dietro la varietà, il carattere comune, che guida i lettori suggerendo ciò che essi di |
Tolkien conservano in sé come un prezioso tesoro: il misterioso asse Mordor-Eriador, |
orrore-incantesimo, paura-serenità, orrida montagna nera o grigia e pianura verdeazzurra, |
da un mitico sud-est a un mitico nord-ovest della Terra di Mezzo. È un po' rischioso |
aprire questo libro, addentrarsi in queste pagine, poiché non è impossibile che si rimanga |
Bonazzi |