I semidei |
Questo romanzo ha inizio «poco lontano dal luogo dove gli angeli si posarono per la prima |
volta sulla terra». Era una collina deserta, senza movimenti, se non talvolta quello di uno |
«scarabeo che passava lento come una pallottola esausta». E lì si incontrarono tre angeli, |
belli e maestosi, con due esseri sperduti e poco raccomandabili dell’Irlanda, Patsy Mac |
Cann e sua figlia Mary, circondata da «ciarpame e carabattole». Presto li troveremo che |
vagabondano insieme, e il loro vagare attira le avventure che compongono I semidei. |
Forse nessuno scrittore del nostro secolo ha avuto in dono una naturalezza paragonabile |
a quella di James Stephens nel trattare il prodigioso. Stephens sembra raccontare sempre |
una piccola cronaca di tutti i giorni: e poi il lettore si accorge che si trova in mezzo a |
creature variamente sovrannaturali, sospeso fra cieli e inferni, provvisoriamente calcando |
il suolo della terra, «bella come il suono di acque scroscianti». Ma tutto questo ci appare, |
nella sua stranezza, del tutto familiare. Così gli angeli, dopo aver riposto in un fagotto le |
loro ali e le loro vesti sontuose, per non dar troppo nell’occhio, entrano subito nelle vene |
della realtà terrestre, finché quella realtà tornerà a essere «più esasperante e |
incomprensibile di qualsiasi prodigio». Un lieve soffio di comicità percorre ogni anfratto di |
questo libro, si mescola ai numerosi apologhi, alle avventure intrecciate dei protagonisti. |
Ma non è una comicità irridente. C’è in essa qualcosa di affettuoso e saggio, come |
volesse soprattutto avvertirci che tutto quello che accade qui da noi non è che l’ultima |
variante di una vecchissima vicenda cosmica di amore, odio, disprezzo, bramosia, avarizia, |
tenerezza e inganno. Ancor più delle storie, che tendono a essere sempre le stesse, |
conta l’arte del raccontarle. Accade così a Stephens di venire a somigliare a un certo |
vecchio del Connaught di cui qui si parla: «imbastiva una storia con niente, e tu stavi lì ad |
ascoltarlo a bocca aperta con la paura che tra poco sarebbe finita, e magari era soltanto |
la storia di una gallina bianca che aveva fatto un uovo scuro! Ti raccontava una cosa |
che sapevi da tutta la vita, e tu credevi che fosse nuova di zecca. Nel cervello di |
quest’uomo non c’era vecchiaia: è questo il segreto». |
I semidei è del 1914. |
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