Monade 116
Anno 2381: nell’esistenza umana l’utopia e’ diventata realtà. Guerre, fame, contrasti
sociali, criminalità e controllo delle nascite sono ormai un semplice ricordo del passato.
L’esistenza si svolge tranquilla e ordinata all’interno di giganteschi grattacieli alti centinaia
di piani. In una specie di ciclo chiuso, gli esseri umani nascono, studiano, lavorano,
mettono al mondo figli, muoiono, senza mai uscirne. I figli sono considerati la massima
benedizione di dio e il solo pensiero di porre un limite al loro numero è un’eresia. La libertà
sessuale e’ totale: agli uomini - e alle donne - è permesso cambiare letto ogni notte e
giacere con il partner che essi desiderano volta per volta. Soltanto chi è in preda alla
pazzia può concepire il desiderio dl una vita privata, dell’intimità’ coniugale, e nutrire
sentimenti di gelosia, tutti sintomi di una pericolosa eresia. Poiché e’ stato del tutto
eliminato il bisogno di uscire fuori del proprio ambiente, di viaggiare, se n’è estinto anche il
desiderio. Risuscitare tale desiderio sarebbe una grave eresia, e per chi si rende
colpevole di eresia ci sono diversi trattamenti, il più drastico dei quali è l’eliminazione fisica
del colpevole, la morte. Ma il numero di coloro che vengono colti da impulsi malsani, che
desiderano sfuggire alla facile esistenza programmata delle monadi urbane, alla ricerca di
qualcosa che neanche loro sanno con esattezza cosa sia, ma che è radicata nell’anima
degli esseri umani, aumenta. Ormai, infatti, la vita stessa è diventata un’utopia. Robert
Silverberg, un autore che si è imposto nel campo della fantascienza, oltre che della
narrativa, vincitore di un premio Hugo ed ex-presidente dell’associazione degli scrittori
americani di science fiction, ripropone in questo libro uno dei più pressanti problemi
dell’umanità, prospettandone una terrorizzante conclusione.
Anno 2381: nell’esistenza umana l’utopia e’ diventata realtà. Guerre, fame, contrasti
sociali, criminalità e controllo delle nascite sono ormai un semplice ricordo del passato.
L’esistenza si svolge tranquilla e ordinata all’interno di giganteschi grattacieli alti centinaia
di piani. In una specie di ciclo chiuso, gli esseri umani nascono, studiano, lavorano,
mettono al mondo figli, muoiono, senza mai uscirne. I figli sono considerati la massima
benedizione di dio e il solo pensiero di porre un limite al loro numero è un’eresia. La libertà
sessuale e’ totale: agli uomini - e alle donne - è permesso cambiare letto ogni notte e
giacere con il partner che essi desiderano volta per volta. Soltanto chi è in preda alla
pazzia può concepire il desiderio dl una vita privata, dell’intimità’ coniugale, e nutrire
sentimenti di gelosia, tutti sintomi di una pericolosa eresia. Poiché e’ stato del tutto
eliminato il bisogno di uscire fuori del proprio ambiente, di viaggiare, se n’è estinto anche il
desiderio. Risuscitare tale desiderio sarebbe una grave eresia, e per chi si rende
colpevole di eresia ci sono diversi trattamenti, il più drastico dei quali è l’eliminazione fisica
del colpevole, la morte. Ma il numero di coloro che vengono colti da impulsi malsani, che
desiderano sfuggire alla facile esistenza programmata delle monadi urbane, alla ricerca di
qualcosa che neanche loro sanno con esattezza cosa sia, ma che è radicata nell’anima
degli esseri umani, aumenta. Ormai, infatti, la vita stessa è diventata un’utopia. Robert
Silverberg, un autore che si è imposto nel campo della fantascienza, oltre che della
narrativa, vincitore di un premio Hugo ed ex-presidente dell’associazione degli scrittori
americani di science fiction, ripropone in questo libro uno dei più pressanti problemi
dell’umanità, prospettandone una terrorizzante conclusione.
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