Sfera orbitale
Bob Shaw è uno dei più importanti scrittori inglesi del momento, e si è messo in luce da
una decina d’anni per la novità e l’interesse delle immagini scientifiche che presenta nei
suoi romanzi: ad esempio il suo “vetro lento”, che restituisce le immagini dopo mesi e anni.
In Sfera orbitale compare un concetto che in questo periodo è stato oggetto di molte
discussioni tra gli autori di fantascienza e nelle rubriche scientifiche delle riviste
specializzate americane: l’idea di ricostruire artificialmente - di “terraformare”, con un
neologismo ricalcato dal termine inglese - un pianeta disponendo in nuovo modo il
materiale in esso contenuto. Il pianeta artificiale presentatoci da Shaw è un mondo fatto
a sfera, cavo, che circonda completamente il proprio sole. Nel romanzo, un simile mondo,
costruito da una razza antichissima, viene accidentalmente scoperto dalle navi terrestri. Il
pianeta è disabitato, ma mostra di avere progressivamente ospitato, nel corso di milioni di
anni, numerose civiltà di numerose razze. Ma come esplorare una superficie milioni di
volte superiore a quella della Terra? E poi, scendendo a riflettere sulla natura di questo
vastissimo mondo artificiale, come interpretarlo: come la miglior risposta ai problemi di
sovrappopolazione, oppure come una minaccia, resa tale dalla sua stessa vastità?
Viviani