Galassia che vai
Giornalisti, sociologi, psicologi, educatorisi chiedono (e ci chiedono) sempre più spesso
perché la fantascienza abbia da qualche tempo a questa parte tanto successo. Possiamo
rispondere invitandoli a leggere questo romanzo, che quando apparve su Urania dieci anni
fa poteva sembrare una spiritosa, stravagante bizzarria, niente di più. Joannes Pretorius
Van der Blieder era un fissato dello stesso ordine di Unk (quello che scopri il fuoco), di
Wunk (quello che scopri la ruota), di Galileo, di Leonardo, dei fratelli Wright e di tanti altri
che hanno offeso l'ortodossia compiendo l'impossibile. L'impossibile è la propulsione Blieder,
che apre di colpo, in tre pagine, la via delle stelle all'umanità. Ed ecco che la tragedia
della sovrappopolazione (chi ne parlava dieci anni fa?) si trova risolta; ecco che i ribelli, i
vagabondi, gli anarchici, i refrattari, i contestatori d'ogni specie (chi se li sognava dieci
anni fa?) possono andarsene per le galassie a fondare le loro libere comunità; ecco che
un'immensa astronave viene inviata presso quei matti per unificarli sotto la protezione
terrestre. Come sarà ricevuta?
Tellini