Diluvio di fuoco
Oggi si parla costantemente di crisi dell’energia, di pericolo nucleare, di minaccia
ecologica: quando questo grande romanzo è stato scritto, l’argomento non, era cosi
popolare, ma dobbiamo renderci conto che molti degli ammonimenti lanciati, da Rene
Barjavel in Diluvio di fuoco, uno tra i maggior’i successi letterari francesi, erano per lo
meno attendibili. L’opera si svolge nell’anno 2052, e inizia nella maniera classica e quieta
dei grandi romanzi sulle catastrofi: un guasto alle centrali elettriche, una serie di piccoli
avvenimenti che creano fastidi alla popolazione, senza però apparire drammatici. E poi,
gradualmente, la minaccia si manifesta: la tecnologia colpisce l’uomo, come se volesse
vendicarsi del modo in cui egli ha piegato le forze della natura alla sua volontà. Nella
drammatica storia del grande Diluvio di Fuoco che coinvolge nazioni e individui, villaggi e
grandi città, c’è un po’ lo specchio di un futuro che potrebbe avverarsi: e c’è, intenso in
molti di noi, il pensiero di una vita diversa, più felice, legata al passato e al rapporto con
la terra. Diluvio di fuoco è un romanzo che ha fatto discutere il pubblico e ha diviso,
spesso ferocemente, i sostenitori del progresso dai sostenitori di un ritorno a una vita
pastorale, a un sogno che appare perduto nelle nebbie del passato. Finalmente in edizione
integrale anche in Italia, questo libro che ha fatto discutere tutto il mondo apre, ancora
una volta, l’eterna polemica tra chi vuole andare verso il futuro, e chi ritiene che il futuro
sia nel passato.
Tellini