Il lungo meriggio della Terra
Il Sole immobile nel cielo osserva, rossastro e caldissimo, gli ultimi giorni di una Terra il cui
lungo meriggio, che ormai si avvia verso il tramonto, ha dato vita a nuove forme di
esistenza, nuove creature. In un ambiente trasformato in una serra immensa. Col tempo, i
vegetali hanno conquistato il predominio sul globo. Favorita dalle nuove condizioni
climatiche, la loro crescita non ha subito arresti: tutta la superficie illuminata del pianeta
non è che un immenso, multiforme inferno verde. Il trascorrere di ere senza numero ha
portato anche una evoluzione delle specie vegetali; le ha trasformate, specializzate,
dotate di un rudimentale sistema nervoso e di una specie di istinto sempre vigile, diretto
verso un unico scopo: « divorare », per nutrirsi, sopravvivere e proliferare. Nell’inferno
verde, solo pochissime specie animali sono riuscite a perpetuare la loro esistenza. Una di
queste è l’uomo, che con il tempo ha chiuso tutte le sue rumorose e inquietanti attività,
tornando a rifugiarsi sugli alberi dai quali era disceso. Simile a un parassita delle piante,
alto solo 35 centimetri, l’Uomo trascorre la sua breve e incerta esistenza tra pericoli
innumerevoli, pago solamente di vivere quel tanto che basta per assicurare, attraverso i
suoi figli, la continuazione della specie. Il destino della Terra non è tuttavia un esempio
isolato: tutto l’universo è dominato da flussi e riflussi cosmici che regolano funzioni e modi
di essere di ogni sua parte, anche la più minuta. E quegli stessi flussi galattici che hanno
segnato il destlno del nostro mondo, indicheranno la via della rinascita alla specie umana,
attravereo il recupero della sua dignità. Con quest’opera, premiata nel 1962 con lo Hugo,
Aldiss ha saputo darci un esempio delle sue migliori possibilità inventive e stilistiche
riuscendo a ricreare « visivamente » con fervida fantasia una Terra del futuro dove l’Uomo
tenta di riacquistare la sua consapevolezza di essere pensante che sembrava
compromessa per sempre.
Tellini