Come ladro di notte |
Eccoci dunque al terzo romanzo italiano che Galassia presenta ai lettori nella sua nuova |
veste. Più di un anno e mezzo ci è occorso per ritrovare e accomodare (grazie in special |
modo a Lino Aldani) quest’opera davvero unica che da parecchio tempo languiva in un |
cassetto, ma ora possiamo tenerla a battesimo con legittimo orgoglio. Come ladro di notte |
(non ‘nella notte’ - vedere Prima Lettera ai tessalonicesi in: Ricciotti - Le lettere di San Paolo |
- Coletti Editore Roma 1958 - Pag. 14 paragrafo 5 - dizione questa che l’autore preferisce |
alle altre traduzioni) risale come prima stesura al 1966, pur essendo stato definito l’anno |
seguente. Come Miglieruolo tiene a sottolineare, e come l’opera stessa rivela chiaramente, il |
romanzo è stato scritto in un periodo di intensa trasformazione della sua personalità politica. |
La maturazione definitiva e successiva a quel periodo lo avrebbe poi costretto a rinnegare il |
tipo di impostazione filosofica e moralisticheggiante data al romanzo, ma fortunatamente non |
gli avrebbe impedito di conservarlo per tutti noi. Il carattere che più si presenta evidente alla |
prima lettura è la davvero enorme mole di elementi che sono stati chiamati a costruirlo: |
Come ladro di notte è un romanzo che oseremmo chiamare apocalittico, oltre che per la |
bizzarra operazione di sintesi subita dal linguaggio, per il suo coinvolgere più o meno quasi |
tutti gli aspetti attuali e futuri del vivere civile. Forse l’unico difetto risiede proprio in questa |
sua molteplicità di intenti mai portati compiutamente a termine: A questo proposito è |
Miglieruolo stesso a offrircene una spiegazione. “Il romanzo,” egli dice, “ha il difetto |
inevitabile di ogni opera concepita in periodi di rapida trasformazione. E’ parziale e spesso |
superfluo, nella misura in cui accenna o imposta problemi che poi non vengono sviluppati |
perché hanno perso il sostegno delle forze interiori che li ispiravano, o che rimangono esterne |
alle esigenze dell’azione e dell’ispirazione complessiva. Vedi per esempio il tema di Elio |
palesemente incompiuto rispetto agli sviluppi possibili; idem per i rapporti Zanzotto - Silvana |
e Zanzotto - crisi - Congrega.” Ma ciò che ci spinge soprattutto a non tenere conto di |
questo difetto è l’incredibile (e meraviglioso) universo che prende vita dalle pagine del |
romanzo. Mai nulla di simile era stato in precedenza tentato da uno scrittore italiano di |
fantascienza. Moduli e schemi classici vengono rilevati da Miglieruolo e deformati nella sua |
alchimia personale della parola, immersi in un bagno misterioso da cui emergono ricoperti di |
una patina affascinante. L’ideale cosmico di morte che pervade ogni mossa e ogni intento |
della Congrega appare come il punto fermo di un’intera concezione esistenziale. E il lento |
germe della corruzione si infiltra silenzioso in questo immenso apparato, mentre tutt’intorno si |
agitano le patetiche figure che intendono arrestarne o aiutarne la corsa maledetta. Un |
grandioso affresco dipinto dagli uomini e da questi incrinato e condotto alla rovina. Una |
morale, forse? Oppure un atto di accusa? |
Tellini |