Il volto nell'abisso
La faccia di pietra sospesa sul baratro di tenebra è contemporaneamente il viso di un
uomo e il viso di un diavolo. Da ogni suo tratto si diffonde l'aura della malvagità infernale e
delle passioni terrene. Dai suoi occhi sgorgano lacrime d’oro. Chi lo vede, ne è attirato
senza scampo: il suo destino è l’abisso nero dell’annullamento totale. Sola speranza,
l’aiuto di chi riunisce in se l’inferno e la Terra, l’uomo e la bestia, per trascendere
entrambi: la Madre dei Serpenti, ponte verso l’infinito oppure, in base a leggi indefinibili,
verso il nulla.
Pochi romanzi fantastici sono famosi come «Il volto nell’abisso», che racconta la storia di
Graydon, temerario esploratore che varca le soglie dell’universo per trovarsi, nel cuore
delle Ande, in un Mondo Perduto: un mondo in cui guerrieri in groppa a dinosauri danno la
caccia a una creatura dall’aspetto contemporaneamente umano e di rettile; in cui vampiri
invisibili succhiano l’anima e la volontà; in cui uomini-ragno combattono contro esseri
preistorici; in cui, soprattutto, aleggia l’ombra di Nimir, il male disincarnato, la fonte di ogni
orrore, il dio venuto dall’abisso che minaccia di diffondere la propria potenza su tutto il
mondo.
Ricco, come tutte le opere di Merritt, di straordinari riferimenti simbolici e di meravigliose
descrizioni, «Il volto nell’abisso» è un capolavoro di azione, di avventura, di prosa vivida e
scintillante, di crescente tensione narrativa.
Tellini