Melmoth
"Che cosa vi è di piú grande, di piú potente, relativamente alla povera umanità, di questo
pallido e annoiato Melmoth? Eppure, vi è in lui qualcosa di debole, abietto, antidivino e
antiluminoso...
Melmoth è una contraddizione vivente. È uscito dalle condizioni fondamentali della vita; i
suoi organi non sopportano piú il suo pensiero. " Con queste parole Baudelaire celebrava la
leggendaria figura creata da Maturin nel suo capolavoro, che qui si presenta per la prima
volta al pubblico italiano, con un'introduzione di Giorgio Manganelli.
Melmoth è uno di quei personaggi, come Faust, don Giovanni o l'ebreo errante, che non si
esauriscono nel racconto delle loro vicende, ma acquistano un'esistenza
autonoma e rimangono come l'emblema di una perenne aspirazione umana.

Melmoth è l'uomo che ha fatto il patto col diavolo; ha venduto l'anima a un prezzo
elevatissimo, e non gli è stata neppure negata la possibilità di riscattarla se prima
di morire sarà riuscito a convincere qualcuno a prendere il suo posto. Cosi vediamo
Melmoth usare le sue quasi illimitate facoltà, traversare i secoli e gli spazi con la velocità
del pensiero, penetrare come un'ombra nelle segrete dell'Inquisizione,
nelle celle dei conventi e dei manicomi, presentarsi ovunque ci sia un'anima da tentare,
alla ricerca di qualcuno a cui cedere il suo fatale contratto, sempre
prigioniero della sua condizione contraddittoria, umana e. sovrumana nello stesso tempo.


Per questo Melmoth non è soltanto il piú alto esempio del romanzo nero, non è solo una
diabolica storia d'amore, un tessuto di avventure, di passioni, di sadiche crudeltà, ma è
una rappresentazione del male come la forza attraverso la quale si trasforma e si
organizza l'umanità.

Charles Robert Maturin nacque a Dublino nel 1782. Spinto alla carriera ecclesiastica dalla
tradizione familiare e dalle necessità economiche, la sua fama di scrittore,
le sue eccentricità, il suo ribelle nazionalismo irlandese, gl'impedirono di farvi carriera.
Rimase sempre un piccolo pastore di campagna, di cui il grande Kean interpretava i drammi
nei teatri di Londra. Melmoth, uscito nel 1820, ebbe un successo senza precedenti. Ma
Maturin non ebbe il tempo di goderselo. Moriva pochi anni dopo,
Fabriani