Ultimi vampiri
Vi parlerò del mio passato religioso. Oh, non vi preoccupate, non provo alcuna nostalgia
del Sacro. Il mio modo di credere, già prima che divenissi quel che sono, mi aveva fruttato
la scomunica. Nacqui nel 1528 in Moravia. I miei genitori erano seguaci di Carlstadt. Ecco
perché mi chiamarono Carl. Scusate, forse qualcuno tra voi non ricorda o non sa. Mi
riferisco al più misconosciuto eppure il più conseguente dei Riformatori. Andrea Bodenstein
Carlstadt era decano dell'università di Wittenberg quando vi giunse Martin Lutero. Dicono
che l'anziano sia più cauto del giovane, ma non fu così in questo caso: quando Lutero
mise in dubbio l'Eucaristia, Carlstadt approvò e soppresse la messa. Poi Lutero criticò il
celibato ecclesiastico e Carlstadt prese moglie. Infine Lutero biasimò il culto delle immagini
e Carlstadt cominciò a distruggerle sistematicamente: statue, crocefissi, dipinti. Non
pago, gettò l'abito talare, vestì l'umile mantello del contadino e per qualche tempo lavorò
la terra. Martin Lutero non si sarebbe mai spinto così avanti, i suoi seguaci neppure.
Presero anzi a considerare Carlstadt un discepolo del diavolo. Su questo esempio si fondò
la mia educazione. Mia unica regola di vita divenne: più in là della regola, più in là
dell'obiezione alla regola, un passo oltre.
Crebbi a Nikolsburg in una comunità anabattista, o più esattamente una Brüderhof.
C'erano molte famiglie e tutto era in comune, non solo la nursery e la scuola, ma anche la
cucina, la lavanderia, le officine artigiane, le botteghe.
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