L'uomo isotopo
Immaginatevi un'anticamera non grande, un lampadario sferico, un attaccapanni qualsiasi,
un tavolo con la posta in arrivo e in partenza, cui presiede un fattorino, rumori di telefoni
e di macchine da scrivere. In questo locale si affacciano le redazioni del Giallo Mondadori,
di Segretissimo e di Urania, e qui s'incrociano, nei loro andirivieni, i redattori e le
segretarie delle tre riviste. Onestamente, non sapremmo a quale delle tre porte attribuire
L'Uomo isotopo, dove gli elementi del romanzo poliziesco, spionistico e fantascientifico
sono combinati e dosati con perfetta equanimità. Come presentare un caso così insolito?
Ci vorrebbero tre presentazioni diverse, una scritta da noi, le altre dai nostri colleghi
specialisti del suspense, degli sconosciuti ripescati nel Tamigi, dei giornalisti troppo
curiosi, dei gorilla brutali e delle misteriose automobili nere che sfrecciano nella notte. E ci
vorrebbero tre diverse copertine, di tre colori diversi. E invece del cerchio sarebbe forse
più appropriato un triangolo equilatero E' chiaro che esperimenti del genere non sono
consentiti nemmeno a una rivista di fantascienza, e i nostri lettori dovranno perciò
accontentarsi di queste righe più o meno ortodosse.
Tellini