L'avventura londinese o l'arte del vagabondaggio |
The London Adventure, pubblicato nèl 1924 e inedito in Italia, affronta un tema |
particolarmente affascinante. «La scienza della grande città: la fisiologia di Londra; dal |
punto di vista letterario e metafisico, la materia più grandiosa che mente umana possa |
concepire». |
Questo saggio propone dunque lo studio di una disciplina inconsueta, che utilizzando il |
wandering come vettore direzionale esplora la grande città alla ricerca delle antiche radici, |
affidandosi esclusivamente alle possibili confluenze dei tanti itinerari che incidono |
profondamente il tessuto metropolitano londinese. |
E così, se in senso spaziale l'autore ci conduce lungo percorsi che si snodano attraverso |
luoghi periferici o apparentemente secondari o legati a vicende e personaggi della |
letteratura, in senso temporale il wandering scavalca il suo grigio presente, la primavera e |
l'estate del 1923, per spingersi tra ricordi e divagazioni, fino agli ultimi anni dell'800 |
facendo convergere i diversi piani narrativi in lunghe digressioni che coinvolgono varie |
discipline: dall'ar-chitettura alla teologia, dalla critica letteraria alla storia ecclesiastica. |
E d'altra parte le digressioni che animano «questo magistrale lavoro su Londra» |
rappresentano anche il mezzo col quale Machen può illustrare quella convinzione mistica, |
abbracciata fin dall'infanzia, secondo la quale il mondo non è come sembra, e che dietro |
gli eventi quotidiani e gli oggetti comuni vi sia un segreto che è la chiave del grande |
enigma dell'esistenza dell'uomo. |
Machen è l'artista del prodigioso, il creatore di qualcosa al di là della vita e al di fuori del |
tempo, un discepolo in ritardo dell'antico cristianesimo, che vede il mondo fisico come il |
rivestimento esteriore di un ardente nucleo interiore, che un giorno, forse, verrà rivelato. |
Machen fornisce, come si può leggere in un recente studio sulla letteratura gotica, un |
epilogo al decadentismo inglese in cui la bellezza e la morte sono rappresentate come |
inestricabilmente fuse alla radice del momento di passione. |
Bonazzi |