Volo di drago
Pern: una colonia umana su un lontano pianeta, che da tempo ha dimenticato le proprie
origini, e vive sotto una minaccia sospesa in eterno. Ad intervalli di secoli un mondo
vagante, la Stella Rossa, nel percorrere la sua orbita irregolare sfiora il pianeta degli
umani. Allora, attraverso l’abisso dello spazio, filtrano nell’atmosfera di Pern gli invasori:
esili Fili d’argento solcano i cieli, e tutto ciò che toccano avvampa e si distrugge. Soltanto
i Draghi di Pern sono in grado di affrontare e sventare una simile spaventosa, ineluttabile
minaccia: ma per allevare, addestrare e cavalcare un Drago occorre essere individui
superiori, in possesso di facoltà arcane. Un ordine chiuso e geloso delle proprie tradizioni è
l’unico sistema per individuare, accrescere e porre a frutto tali facoltà. Il rischio è
appunto questo. Tra una invasione e l’altra, infatti, trascorrono dei secoIi: passato il
pericolo, l’uomo tende a dimenticare, si rilassa, trascura la vigilanza. La dura necessità, il
pericolo stesso, divengono leggenda, canto di poeti, ballate popolari, favole di vecchi.
Solo una tradizione pazientemente inculcata e mantenuta viva durante gli anni della
dimentlcanza potrà risvegliare, giunto il momento del bisogno in cui la leggenda si svela
essere cruda realtà e non fantasia, tutte le facoltà richieste. La trilogia dei « Dragonieri di
Pern », di cui « Volo di Drago » è la prima parte, è uno dei più interessanti cicli narrativi
che la fantascienza ha prodotto in questi ultimi dieci anni nel suo sforzo di rinnovamento
interno, tematico e stilistico; è il tentativo ad ampio respiro di creare « ex novo » una
mitologia complessa e coordinata, che non sia un semplice adattamento di mitologie «
terrestri ». Esso è dovuto ad un nome nuovo, Ianciato da John Campbell sulle pagine di «
Analog », Anne McCaffrey, che si rivela scrittrice sensibile, originale e dalle notevoli doti
letterarie. Sia i lettori che i critici statunitensi hanno testimoniato il loro apprezzemento
per quest’opera, i cui diversi capitoli sono apparsi in più riprese sulle riviste di Campbell: i
primi assegnando il Premio Hugo 1968 per il miglior romanzo breve alla parte iniziale del
romanzo; i secondi iI Premlo Nebula 1969 per la steeea categoria all’ultima parte di esso.
Anne McCaffrey è stata così la prima donna a vincere i due massimi premi fantascientifici
americani.
Pern: una colonia umana su un lontano pianeta, che da tempo ha dimenticato le proprie
origini, e vive sotto una minaccia sospesa in eterno. Ad intervalli di secoli un mondo
vagante, la Stella Rossa, nel percorrere la sua orbita irregolare sfiora il pianeta degli
umani. Allora, attraverso l’abisso dello spazio, filtrano nell’atmosfera di Pern gli invasori:
esili Fili d’argento solcano i cieli, e tutto ciò che toccano avvampa e si distrugge. Soltanto
i Draghi di Pern sono in grado di affrontare e sventare una simile spaventosa, ineluttabile
minaccia: ma per allevare, addestrare e cavalcare un Drago occorre essere individui
superiori, in possesso di facoltà arcane. Un ordine chiuso e geloso delle proprie tradizioni è
l’unico sistema per individuare, accrescere e porre a frutto tali facoltà. Il rischio è
appunto questo. Tra una invasione e l’altra, infatti, trascorrono dei secoIi: passato il
pericolo, l’uomo tende a dimenticare, si rilassa, trascura la vigilanza. La dura necessità, il
pericolo stesso, divengono leggenda, canto di poeti, ballate popolari, favole di vecchi.
Solo una tradizione pazientemente inculcata e mantenuta viva durante gli anni della
dimentlcanza potrà risvegliare, giunto il momento del bisogno in cui la leggenda si svela
essere cruda realtà e non fantasia, tutte le facoltà richieste. La trilogia dei « Dragonieri di
Pern », di cui « Volo di Drago » è la prima parte, è uno dei più interessanti cicli narrativi
che la fantascienza ha prodotto in questi ultimi dieci anni nel suo sforzo di rinnovamento
interno, tematico e stilistico; è il tentativo ad ampio respiro di creare « ex novo » una
mitologia complessa e coordinata, che non sia un semplice adattamento di mitologie «
terrestri ». Esso è dovuto ad un nome nuovo, Ianciato da John Campbell sulle pagine di «
Analog », Anne McCaffrey, che si rivela scrittrice sensibile, originale e dalle notevoli doti
letterarie. Sia i lettori che i critici statunitensi hanno testimoniato il loro apprezzemento
per quest’opera, i cui diversi capitoli sono apparsi in più riprese sulle riviste di Campbell: i
primi assegnando il Premio Hugo 1968 per il miglior romanzo breve alla parte iniziale del
romanzo; i secondi iI Premlo Nebula 1969 per la steeea categoria all’ultima parte di esso.
Anne McCaffrey è stata così la prima donna a vincere i due massimi premi fantascientifici
americani.
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