Cap. IX-XI
Un giorno, su di un pianeta posto in una regione molto lontana dalla Galassia, arriva
un'astronave. Il pianeta è ancora giovane, ma sarebbe abitabile per l'uomo se la vita vi
avesse mai avuto inizio. È per questo che l'astronave è venuta a sistemarvi spore, microbi,
batteri ed esseri unicellulari: a contagiarlo cioè con quei fermenti che alla fine consentono
alla vita superiore di essere. Ma poi, per un errore di archivio, il cartellino segnaletico del
pianeta remoto va disperso, e il pianeta viene dimenticato; per migliaia di anni, solo con se
stesso, il pianeta senza nome continua a incubare gli embrioni di vita portativi un giorno
dall'uomo, e questi embrioni liberi di svilupparsi sfrenatamente, lo trasformano in un mondo di
incubi. Un'astronave vi fa un giorno naufragio; e saranno i discendenti degli infelici che la
sorte ha gettato sul pianeta dimenticato i selvaggi che ora lo popolano, tra ragni giganteschi,
farfalle con apertura alare di due metri, coleotteri grandi come carri armati. Ma i discendenti
imbarbariti degli uomini sono pur essi uomini: e sapranno emigrare dalle bassure pestilenziali
delle foreste di funghi alle vergini altitudini delle montagne dove la vita è serena... Murray
Leinster è il decano della fantascienza; ogni suo romanzo è un viaggio affascinante nel
fantastico e pur verosimile regno di tutto ciò che sarebbe potuto accadere o potrà un giorno
avvenire. il Pianeta dimenticato non si dimentica.
Tellini
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