Il processo
Il processo appare nel 1925, un anno dopo la morte di Franz Kafka: ed è proprio con
questo testo che Max Brod, suo esecutore testamentario, diede inizio alla pubblicazione
postuma di scritti dell’amico, trasgredendo così alla volontà dell’autore, che lo aveva
incaricato di distruggere, alla sua morte, tutte le sue carte.
Kafka si era dedicato a questa narrazione, che, a voce, era solito chiamare Il processo,
durante la seconda metà del 1914, nei mesi che seguirono un avvenimento decisivo per la
sua vita, la rottura del fidanzamento con Felice Bauer; nel gennaio del 1915 egli, a
quanto risulta, abbandonava definitivamente l’opera.
La versione del Processo che qui si presenta, opera di Giorgio Zampa, ha avuto il Premio
Montecchio 1976 per la migliore traduzione dalla lingua tedesca apparsa negli anni
1973-1975. L’autore di essa si è proposto di restituire il carattere del testo che è quello di
un «romanzo in frammenti», non sottoposto alla scrupolosa elaborazione e revisione che
Kafka dedicò ai pochi scritti da lui pubblicati. In questo modo il lettore italiano potrà
avvicinare Il processo come esso è: nella sua disadorna, immediata, terribile verità.
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