Cinque storie di animali |
Vale ancora la pena di leggere e tradurre Kafka? C'è ancora una dimensione nascosta da |
scoprire in uno scrittore che è diventato un classico del Novecento? A tali provocazioni |
rispondono queste "Cinque storie di animali": gli unici racconti nell'opera kafkiana nei quali |
gli animali hanno sentimenti e pensieri, si esprimono o si comportano come esseri umani |
proprio in quanto animali. Si tratta di storie anche immediatamente connesse, in un modo |
o in un altro, all'ebraismo. Esse sollevano dunque numerose domande. Perché l'ebraismo si |
collega, nell'immaginazione kafkiana, con molteplici forme della vita animale? Quale |
relazione pone Kafka tra le situazioni ebraiche e quella condizione umana cui egli guarda |
come scrittore che aspira a rivolgersi a tutti? Come bisogna leggere questi inquietanti |
racconti? Quali sono i sensi cui essi rinviano? Questo rifiuto dell'univoco si può riconoscere |
anche nella scrittura. Kafka ha uno stile piano e insieme tortuoso, con parole semplici, |
asciutte, ripetute; pieno di incidentali, ritorni, sospensioni. Chiama il lettore al lavoro |
dell'esegeta. Lo chiama a chiedersi il perché di certe formulazioni reiterate, di certe frasi |
lunghissime e avvolgenti, labirintiche come i corridoi e le soffitte dei suoi romanzi. |
La presente traduzione è basata sull'edizione a cura di Paul Raabe, "Samtliche |
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