Storie di fantamore
Non si sa esattamente chi sia stato (un sociologo? un critico letterario? uno psicanalista?
un parroco di paese?) il primo a osservare, qualche anno fa, che la fantascienza era
debole in amore. Non che siano mai mancate dalle copertine delle riviste di f. s. fanciulle
discinte strette nell'abbraccio goloso di mostruose cavallette; ma quella che contava,
nella storia, era poi la cavalletta, non la fanciulla. E bisogna riconoscere che le principesse
denebiane vedicaso umanoidi, le figlie degli scienziati pazzi, le procaci astronome
aggregate alla spedizione su Marte, non sono mai state altro che figure di contorno.
Possibile, come si affrettarono a dimostrare i teorizzatori di professione, che amore e
fantascienza fossero inconciliabili? Possibile che non ci fosse modo di scrivere una storia di
f. s. in cui l'amore avesse una parte, diciamo così, funzionale, quanto la macchina del
tempo o la telepatia? Punti sul vivo, gli scrittori di f. s. si sono subito messi all'opera e il
risultato è questa brillantissima antologia, dove l'amore in tutte le sue accezioni - dal
piccante al patetico, dal crudo all'atroce riceve infine un degno, anche se non proprio
ortodosso, omaggio fantascientifico.
Tellini