Le notti di smeraldo |
capitale precolombiana) ha dell’Amilcare di Flaubert soltanto l’intenso, disperato amore |
paterno. La vicenda, poi, è lontanissima dalla tematica del romanzo di Flaubert: è una |
affascinante leggenda del futuro che ci parla d’una grande civiltà terrestre in decadenza, |
minacciata dall’astuzia e dall’ambizione delle piante cui la stessa catastrofe atomica che |
ha contaminato la razza umana ha dato intelligenza. voce, mobilità e una fredda, logica |
crudeltà. Le piante hanno stabilito una sottile ma infrangibile dominazione, indebolendo |
ulteriormente la dinastia degli ultimi solari della terza Atlantide (secondo una rigorosa |
cronologia esoterica) con l’imposizione di una legge assurda, ispirata al behaviorismo di |
alcuni insetti: dopo il volo nuziale, quello dei due sposi che appartiene alla casta pii alta |
deve uccidere l’altro. La piccola regina Atlena si ribella a questa legge, per amore di Argo, |
dando l’avvio a una catena di eventi che culminerà nella allucinante battaglia sotto le |
mura della Megalopoli, tra le piante, i guerrieri e i coleotteri di A-atlan da una parte e le |
orde di uomini-bestie guidate da Argo dall’altra, mentre gli umani delle ex-colonie si |
accingono a portare agli ultimi umani della Terra un soccorso che forse giungerà troppo |
tardi. Probabilmente, raccontata da altri che non fossero gli Henneberg, Les Dieux Verts |
sarebbe un a vicenda n o n meno risibile del vecchissimo The Green Giri di Jack Williamson; |
ma, probabilmente, raccontata da un altro che non fosse Flaubert, anche la storia di |
Salambô suonerebbe piuttosto melodrammatica e ridicola. Nella prosa ebbra ed estenuata |
degli Henneberg, invece, la vicenda degli ultimi umani della Terra acquista a sua volta un |
fascino sottile e irritante, pesante e lucente come i profumi e le gemme che ci ritroviamo |
davanti, ad ogni pagina, sparsi a piene mani dalla fantasia fervidissima di questi due |
autori, dominatori dall’alto di tutta la produzione fantascientifica francese. |
r. r. |
Tellini |