Lei
"Ayesha è la femme fatale" dice Henry Miller nel suo saggio su Lei, che fa da introduzione al
romanzo:
"accanto a Lei Elena di Troia non è che una pallida luna". Questo celebre romanzo, dell'autore
delle "Miniere di re Salomone" costituisce un fatto tutto particolare nella sua lunga e
importante carriera di scrittore: era un suo figlio prediletto, il libro nel quale egli andò al
disopra di se stesso, come se lo straordinario personaggio di
Ayesha (Lei) lo avesse investito della sua potenza e della sua magia. Per tutta
la vita, Rider Haggard non fece che inseguirlo nei romanzi successivi, proprio
come fanno i due inglesi che partono alla ricerca della donna millenaria, e quando Lei
scompare davanti ai loro occhi, capiscono che non avranno d'ora in avanti altra ragione di
vita che cercarla infinitamente.

II fascino di Ayesha non è solo dovuto alla sua bellezza, ma in qualche modo ai suoi eccessi:
Ayesha è piú bella, piú antica, piú "informata", piú saggia, piú costante di ogni altra donna. È
l'eterno femminino portato allo spasimo. Di fronte a Lei i due perfetti gentlemen inglesi
diventano goffi, puerili e straordinariamente effimeri. Rider
Haggard scrisse Lei a 30 anni, nel 1886. II libro ebbe un successo strepitoso, e
il personaggio di Lei divenne una figura mitica. Se ne occuparono Freud, e Jung,
che vi scorse un simbolo dell'anima. Ma al di fuori e al di sopra di tutti i simboli
e le implicazioni, Lei è anche uno splendido romanzo d'avventure.
Fabriani