Prigioniero del silenzio
Nessuno ha mai osato sostenere che ”Robinson Crusoe” (o piu precisamente: ”La Vita e le
Strane, Sorprendenti Avventure di Robinson Crusoe di York, Marinaio, che visse Ventotto
Anni completamente solo in un’Isola disabitata presso la Costa dell’America e la Foce del
Gran Fiume Orinoco, essendo stato gettato a Riva in un Naufragio nel quale tutti perirono
salvo lui stesso”) sia un romanzo di fantascienza. Eppure lo spirito è quello, lo stile è
quello, ed e innegabile il suo influsso su opere di ”precursori” come Poe, Verne, Wells. A
queste opere, nel 1956 se ne aggiunse un’altra che nel titolo dell’edizione inglese (No Man
Friday, ”Nessun uomo chiamato Venerdi”) rivelava la sua discendenza da Defoe, mentre
in quello dell’edizione americana (First on Mars, ”Primo su Marte”) riconosceva il suo
debito verso Wells e i ”Primi uomini nella Luna”. Forse il sospetto che si trattasse di
un’imitazione, di un pastiche, nocque al libro, che nei paesi anglosassoni non ebbe alcun
particolare successo; per cui nell’edizione italiana ebbe un terzo titolo, col quale oggi lo
ripubblichiamo. Ma nel frattempo, anche all’estero, questo ”Prigioniero del silenzio” è stato
riconosciuto per quello che è: un romanzo perfetto, un’opera assolutamente originale, un
”classico” di pieno diritto.
Tellini